Non intendo polemizzare con il Presidente Colaiacovo, ma semplicemente riportare il confronto nell’alveo originario. Tutto nasce dal fatto che egli nell’intervento del 2.9.10 ha confutato “ la chiave di lettura che il Consigliere Tavolazzi fornisce a proposito della determinazione dei limiti imposti nell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) per il nuovo impianto - rilasciata dalla Provincia ad HERA nel 2008 - che secondo Tavolazzi sarebbero frutto delle audizioni dallo stesso tenute con la Provincia”. Invece, ricorda Colaiacovo, già nel protocollo del 2003 “si esplicitava l’obbligo che le immissioni di inquinanti prodotte dalle due nuove linee non dovranno mai superare quelle registrate dalla vecchia linea attualmente dimessa”.
Il punto è questo. Non ho mai negato l’esistenza del protocollo e dei suoi contenuti. Ho semplicemente dichiarato, fornendo prova documentale, che la valutazione delle emissioni elaborata da Hera durante il procedimento AIA del 2007/2008, nonostante il protocollo citato da Colaiacovo, tuttora disatteso in parti fondamentali, prevedeva di considerare Conchetta nelle emissioni ante operam. La Provincia scartò tale criterio dopo audizioni ufficiali (non colloqui) del sottoscritto e del dott. Gasparini, avvenute prima del rilascio dell’AIA. Fu esattamente in quella del 24.10.07 che richiesi formalmente alla Conferenza dei Servizi (come da relazione protocollata), di imporre ad Hera che l’inquinamento futuro delle 3 linee oggetto di AIA, fosse non superiore di quello prodotto attualmente dalla sola linea 1. In altri termini Conchetta, chiuso dal 2005 a seguito di un esposto alla Procura, depositato dal sottoscritto e da Medicina Democratica, non doveva entrare nelle emissioni ante operam, come proposto da Hera. Dopo quella conferenza, la Provincia impose ad Hera di modificare i criteri di valutazione, ante e post operam, dell’inquinamento prodotto dall’inceneritore.
Questi i fatti. In merito alla terzietà del Presidente del consiglio, voglio essere più chiaro. Mentre i cittadini “rappresentati” da Colaiacovo collaboravano alla stesura del protocollo del 2003, ribadisco tuttora disatteso in parti fondamentali, altri cittadini, insieme ad associazioni e comitati ambientalisti, sfilavano in corteo, manifestavano ed organizzavano un referendum autogestito contro la triplicazione dell’inceneritore. Questi ultimi hanno diritto di essere rappresentati, come i primi, tanto dal Presidente di Circoscrizione di allora, quanto dal Presidente del Consiglio di oggi.
Concludo tornando al cuore della discussione, che Colaiacovo non affronta, pur avendone titolo in quanto carica istituzionale. A quasi tre anni di distanza dall’autorizzazione, le istituzioni non hanno ancora esibito le tabelle comparative prescritte dall’AIA (immissioni attuali/immissioni L1), per ogni inquinante e matrice (aria, suolo e falda), quando l’impegno assunto in sede elettiva (commissioni e consiglio comunale di Ferrara) era di farlo. La risposta più importante, che ci aspettiamo come cittadini, non ancora giunta dalla Provincia, è se l’inceneritore abbia o no peggiorato la qualità dell’aria, del suolo, dell’acqua. L’invarianza delle “immissioni” tra la situazione antecedente la triplicazione dell’inceneritore e quella successiva, è la finalità principale del provvedimento di autorizzazione ad Hera. In altri termini la Provincia ha subordinato l’autorizzazione dell’impianto triplicato, alla condizione che non peggiorasse la qualità dell’aria, del suolo, dell’acqua. I dati per controllare la corretta applicazione della prescrizione suesposta, non sono disponibili perché si sta aspettando che Hera, il controllato, fornisca le opportune simulazioni ai controllori Arpa, Provincia, Asl. E questo, a tre anni di distanza, è semplicemente vergognoso! Le istituzioni stanno disattendendo gli impegni assunti con i cittadini, e deludono le aspettative tanto di chi ha contribuito al protocollo, quanto di chi ha manifestato contro la triplicazione.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Ppf/M5S