NEWTON SETTEMBRE N.7
A misura d'uomo
Pagina 5
Sull’ultimo numero del magazine Science, un team di astronomi dello Smithsonian Institute ha dichiarato che la Luna si sta restringendo (in inglese suona benissimo: the Moon is Shrinking, sembra una canzone di Sinatra). Niente di sconvolgente, il diametro del satellite sembra abbia perso un paio di centinaia di metri in quarant’anni, e il gruppo di studiosi se ne è accorto grazie a piccoli cambiamenti della superficie rivelati analizzando alcune fotografie. Detta così, sembra una scoperta di poco conto, continueremo a guardarla nello stesso modo, la Luna. Cambierà solo, e di poco, un dato fisico tra i molti che già conosciamo con esattezza. Un piccolo aggiustamento sul diametro, tutto qui.
Però, aggiornando quel numero, delimiteremo le sue dimensioni, e di conseguenza la definiremo con più precisione. E questo diventa importante, anzi, fondamentale. Perché quando definiamo qualcosa, implicitamente la conosciamo. Per questo l’arte della misurazione è stata, nel corso dei secoli, un’ossessione per l’essere umano. Misurare per comprendere. E avvicinarsi, millimetro dopo millimento, secondo dopo secondo, alla perfezione. Sviluppando il tema di copertina ci siamo trovati davanti a questa idea, tanto affascinante quanto vertiginosa. Arriveremo a conoscere sempre meglio l’Universo, ma non colmeremo mai l’impercettibile distanza che ci separa dalla precisione assoluta.
Esiste, tuttavia, una misurazione molto chiara, senza dubbio la più importante tra le molte che scopriamo quotidianamente. È la quantità di diossido di carbonio presente nell’atmosfera terrestre. Su quello, non ci si sbaglia. Il numero è 390,09, e conta le particelle di CO2 per milione presenti nell’aria che respiriamo (il dato si riferisce a luglio, adesso qualcosina l’avremo guadagnata). La crescita è lenta ma inesorabile, e l’obiettivo è portare quel numero sotto i 350, limite che abbiamo superato nella seconda metà degli anni 80.
Esiste, tuttavia, una misurazione molto chiara, senza dubbio la più importante tra le molte che scopriamo quotidianamente. È la quantità di diossido di carbonio presente nell’atmosfera terrestre. Su quello, non ci si sbaglia. Il numero è 390,09, e conta le particelle di CO2 per milione presenti nell’aria che respiriamo (il dato si riferisce a luglio, adesso qualcosina l’avremo guadagnata). La crescita è lenta ma inesorabile, e l’obiettivo è portare quel numero sotto i 350, limite che abbiamo superato nella seconda metà degli anni 80.
Così il pianeta avrà un futuro. Il 10/10/10, data che non ci si può davvero dimenticare, in tutto il mondo si svolgeranno iniziative e meeting con lo scopo non solo di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto di cominciare ad affrontare il problema concretamente. Per saperne di più e partecipare attivamente, chiunque può organizzare un suo evento - ci saremo anche noi di Newton - basta collegarsi al sito 350.org e registrarsi.
Nel frattempo, abbiamo misurato l’impatto del giornale sull’ambiente, comprendendo tutte le fasi della lavorazione, dalla stampa del numero alle macchinette del caffè in redazione. Ci impegneremo per fare in modo che, l’anno prossimo, ripubblicando quella tabella (la trovate a pagina 11) si possa leggere un numero più basso di quel 1.286.254. È un impegno che ci prendiamo, e che presto vi chiederemo di sottoscrivere con noi.