Graziano Cecchini: questo è novità. Non la Biennale
* da IL TIRRENO
MASSA. Fa freddino nella cava in galleria della Capraia: 13 gradi costanti, estate e inverno. Non abbastanza per gelare la verve polemica di Graziano Cecchini, artista co-ideatore dell'evento che, nel corso della giornata ha prodotto singolari arazzi di marmo, ricavati da lastre difettate. «La lizzatura? Roba vecchia, sarebbe meglio esportarla. Qui la conoscono tutti, Pensiamo a qualcosa di nuovo», dice. Il sindaco di Carrara Zubbani? «Dovrebbero farlo santo, come tutti i sindaci che ereditano situazioni difficilissime. Penso a Carrara e alla cancellazione della ferrovia marmifera. Una follia...». Sulla Biennale curata da Fabio Cavallucci, non c'è appello: «Hanno speso 1,4 milioni di euro e alla città non rimarrà nulla...». Ma anche del suo bar che dura un giorno, proviamo ad obiettare, resterà ben poco. «Sbagliato - risponde -. Intanto perchè questa operazione non è costata un soldo ai contribuenti, ma è frutto del mecenatismo e della sensibilità di chi l'ha organizzata. Poi, perchè l'Ard Rock Cafè rimarrà come un esempio da copiare, ripetere, re-inventare. Magari proprio qui, verrà organizzata una iniziativa simile. Magari a pagamento. E, garantisco, ci sarà la fila per partecipare». «Innamorato» (così si definisce) del marmo e delle cave, Cecchini è impegnatissimo a trovare idee per rilanciarlo, dare nuova linfa alla pietra. «Perchè non dare un marchio d'origine ad ogni marmo che esce dalle Apuane?» si chiede. Lo vada a dire a politici, imprenditori e addetti ai lavori della nostra zona. C.F.
5 settembre 2010