* TRANSVISON 2010 MILANO 22-23-24 OTTOBRE 2010 MUSEO DELLA SCIENZA.....
Jamais Cascio
JAMAIS CASCIO is a San Francisco Bay Area-based writer and ethical futurist specialising in design strategies and possible outcomes for future scenarios. Selected by Foreign Policy magazine as one of the Top 100 Global Thinkers of 2009, Cascio writes about the intersection of emerging technologies, environmental dilemmas, and cultural transformation, specializing in the design and creation of plausible scenarios of the future. His work focuses on the importance of long-term, systemic thinking, emphasizing the power of openness, transparency and flexibility as catalysts for building a more resilient society.
*da http://www.wired.it/news/archivio/2010-07/06/futuro-e-sostenibilita-cosa-accadra-nei-prossimi-10-anni.aspx
Futuro e sostenibilità: cosa accadrà nei prossimi 10 anni
Il futuro lo costruiamo noi, o no? Diventa questa la questione attorno a cui si dibatte nel corso di Futuro è Sostenibilità, sesto incontro di Capitale Digitale , che a Roma presenta in anteprima italiana “Ten Year Forecast” , la Mappa della sostenibilità globale dei prossimi dieci anni, curata da Jamais Cascio , uno dei “Top 100 Global Thinkers 2009” secondo Foreign Policy, e discussa da una platea di esperti, Chicco Testa, Francesco Sacco, Giuliana Zoppis, Umberto Croppi, e moderata da Riccardo Luna .
Cascio si rende subito inconsapevolmente simpatico ai presenti, per il fatto di leggere la sua presentazione dall’Ipad, e l’attenzione viene poi catturata dai cinque topics del “Ten year forecast” , prodotto a Palo Alto, Carbon, Acqua, Adaprive power, Città in transito, identità molecolare. L’obiettivo è quello di “benchmarking the next decade” per raccontare i segnali del cambiamento, tracciando i gap individuabili in queste cinque aree tematiche, e che portano Cascio a porre una serie di quesiti. La crescita dei consumi energetici, per l’area Carbon, secondo il Forecast avverrà in maniera esponenziale. È l’efficienza energetica il vero problema. Oggi abbiamo bisogno di 16 tw per soddisfare le esigenze di un miliardo di persone che vivono in condizioni favorevoli, due miliardi che vivono abbastanza bene e tre miliardi che vivono malissimo. Ma migliorando l’efficienza energetica, con i consumi attuali potremmo consentire a 10 miliardi di persone di vivere sfruttando al meglio la “global energY”.
“Much is needed, nothing is enough”, e questa regola vale anche per il tema dell’acqua. “Il consumo di acqua è anche un problema economico. Basti pensare al gap fra asia e resto del mondo, e a quanto cresca rapidamente”. Bisogna considerare, e nell’analisi di Cascio viene fatto, il consumo “virtuale” dell’acqua, ovvero quanta acqua viene utilizzata nella produzione di merci e servizi. Questo porta ad individuare il “Peak ecological water”. Il valore dell’acqua comincia a crollare, man mano che cresce il consumo indiscriminato. Nella mappa viene individuato il “peak” un limite di cui dobbiamo tenere conto, che incrocia il valore del consumo con quello della produzione di benessere condivisa. L’acqua è un indicatore importante del benessere. Una soluzione? Abbiamo bisogno di pensare ad un sistema di produzione che tenga conto dell’ecosistema, che sia revisionale, che sia supportabile, e che sia inteso come fenomeno culturale.
La mappa continua con l’analisi dell’” Adaptive Power”, che individua il gap fra la leadership e la legittimazione, e “le città in transito”, da città ombra a città “slum”, bassifondi, interessate dal fenomeno delle immigrazione, destinate a far crescere la densità urbana e di conseguenza la povertà. Ma Cascio propone anche un'interessante suggestione: le città come estensori delle nostre capacità cerebrali, “the ultimat socialX infrastructure, Città intese come concentrazione di cognitive resources”. Si parla infine di “Molecular Identity”, identificando il pericolo di “Tossificazione dei nostril corpi” che, nell’illustrazione dei fatti proposta da Cascio, fa parte delle conseguenze dell’inquinamento oggi.
E quale sarebbe la soluzione? Cascio traccia una linea bianca, e vira al positivo “Pensare al futuro è una delle migliore occasioni che hai per pensare a questi spaventosi scenari. Questo ti da il grande potere di controllare. Il futuro non ci succede, non è qualcosa a cui andiamo incontro, il futuro lo creiamo, siamo noi che decidiamo come costruire il nostro futuro”
La tavola rotonda che segue individua il ruolo delle TLC, nelle parole di Umberto Croppi, per contribuire a ridurre le emissioni di C02 “l nostro settore darà il 3% (nel 2012) delle emissioni, ma potrà contribuire al 15% della riduzione dell’abbattimento negli altri settori”. Si esprimono dei dubbi, e lo fa Chicco Testa “questi studi partono da un processo lineare, e sottovalutano l’effetto del feedback, dell’evento improvviso”. Si tracciano soluzioni, con Francesco Sacco, che racconta come Internet potrebbe dare un contributo essenziale alla sostenibilità, quando la fibra ottica sostituirà, anche nei computer, gli impulsi su silicio. Mentre Giuliana Zotta sostiene “che il futuro sia adesso, abbiamo già le tech a disposizione, me le avete elencate, già testate su progetti pilota, abbiamo anche le competenze”
La conclusione spetta a James Cascio, che ha trovato “molto educativa” la discussione sui temi da lui proposti nell’analisi della “Forecast Map”. “La differenza di questi commenti ci conferma che il futuro è davvero difficile da prevedere, non c’è niente di chiuso, come in tecnologia, e questo significa che la flessibilità è data dalla possibilità di sperimentare, questa è la lezione per i prossimi dieci anni, potranno essere potenzialmente pericolosi, ma noi abbiamo l’abilità di fare questo cambiamento”.