da ESTENSE COM
*di Marcella Zappaterra
Anch’io, come tanti altri in questi giorni, considero un dovere esprimere vicinanza e sostegno a Sakineh Mohammad Ashtiani, e condannare pubblicamente la sentenza che la condanna alla lapidazione per adulterio e omicidio.
In questa condanna non c’è solo il rifiuto della pena di morte, in qualunque forma sia perpetrata e in qualunque parte del mondo venga eseguita.
Il caso di questa donna iraniana ci ricorda in modo drammatico quanto sia ancora forte la volontà degli uomini di dominare le donne, controllare la loro vita, limitare la loro libertà. Dalle mutilazioni genitali, ai matrimoni infantili imposti, fino alla persecuzione e alla morte – e passando per i tanti stupri, le tante violenze, i tanti omicidi di cui sono vittime anche in Occidente – le donne continuano a subire offese insanabili ai loro diritti di esseri umani. E troppo spesso ce ne dimentichiamo....
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http://www.estense.com/salvare-sakineh-dalla-lapidazione-080880.html
* da Udi, Centro Donna Giustizia e Centro Documentazione Donna
Udi, Centro Donna Giustizia e Centro Documentazione Donna promuovono l’appello per dire “No alla lapidazione di Sakineh Mohammad Ashtiani”, la donna iraniana di 43 anni condannata a morte nel suo Paese.
“Stiamo raccogliendo firme – scrivono in una nota - che saranno inviate all’ambasciatore iraniano in Italia, invitiamo a firmare ed a diffondere l’appello”.
Sakineh Mohammadi Ashtiani, iraniana di 43 anni, madre di due figli, nel suo Paese rischia la morte per lapidazione (dopo aver già subito 99 frustate come punizione pubblica e a titolo di “esempio”, in presenza di suo figlio) inizia l’appello.
“Come associazioni femminili – prosegue il comunicato – che hanno sempre difeso la dignità e i diritti delle donne, combattendo ogni forma di violenza sul corpo delle donne, esprimiamo indignazione e ribellione di fronte ai metodi disumani e alla barbarie delle pene inflitte dalle autorità della Repubblica Islamica dell’Iran”....
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http://www.estense.com/anche-da-ferrara-un-appello-per-salvare-sakineh-081226.html#comment-35703
di Paolo Spath
Due volte in un anno, chi riesce a far parlare dell’Iran vero, sono le donne. L’Iran che questa volta non è presente sulla scena internazionale come minaccia atomica, ma come vero e proprio regime totalitario, violento e a-democratico.
Sono queste donne che riescono a denunciare con i loro volti, con le loro storie, con i loro diritti violati, la condizione nella quale il regime teocratico degli Ayatollah opprime il popolo in tutte le sue libertà.
Ricordiamo tutti le commoventi immagini di Neda, uccisa dai pasdaran della Rivoluzione Islamica, dopo le elezioni del Giugno 2009. Quante emozioni e quanta indignazione hanno suscitato i suoi bellissimi occhi!
In questi giorni parliamo di un’altra donna, Sakineh, condannata dal suo paese a morire per lapidazione.
Ora, a poche ore dall’esecuzione, tutto il mondo, giustamente ma forse anche troppo in ritardo, si sta mobilitando, chiedendo al governo di Teheran di sospendere questa condanna disumana.
Mi auguro che questo possa succedere, mi auguro che Sakineh possa vivere e scontare le colpe commesse in una prigione, ma scontarle con la dignità di Essere Umano....
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