Transumanisti Aubrey de Grey a Transvision 2010

aubrey.jpgTRANSVISION 2010 MILANO MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA A CURA AIT ASSOCIAZIONE ITALIANA TRANSUMANISTI

22-24 OTTOBRE 2010

Aubrey de Grey is a biomedical gerontologist, and the Chief Science Officer of the SENS Foundation. The central goal of Aubrey de Grey’s work is the expedition of developing a true cure for human aging

*from Wikipedia

Aubrey David Nicholas Jasper de Grey (born 20 April 1963) is an English author and theoretician in the field of gerontology, and the Chief Science Officer of the SENS Foundation. He is editor-in-chief of the academic journal Rejuvenation Research, author of The Mitochondrial Free Radical Theory of Aging (1999) and co-author of Ending Aging (2007).

De Grey's research focuses on whether regenerative medicine can thwart the ageing process. He works on the development of what he calls "Strategies for Engineered Negligible Senescence" (SENS), a tissue-repair strategy intended to rejuvenate the human body and allow an indefinite lifespan. To this end, he has identified seven types of molecular and cellular damage caused by essential metabolic processes. SENS is a proposed panel of therapies designed to repair this damage.[2]

An article about SENS published in the viewpoint section of EMBO Reports by 28 scientists concluded that none of de Grey's therapies "has ever been shown to extend the lifespan of any organism, let alone humans".[3] De Grey argues that this reveals a serious gap in understanding between basic scientists and technologists and between biologists studying ageing and those studying regenerative medicine.[4] The 15-member Research Advisory Board of his own SENS Foundation have signed an endorsement of the plausibility of the SENS approach.[5].....

http://en.wikipedia.org/wiki/Aubrey_de_Grey

*da LA STAMPA

GABRIELE BECCARIA
Sette terapie per vivere mille anni. E’ la formula di Aubrey de Grey, uno dei più controversi professori di Cambridge. E come potrebbe non esserlo? Dal look da cowboy alle idee provocatorie di chi - lo accusano i critici - «gioca a fare Dio». «Vivere 10 secoli non è affatto immorale - ribatte -. Semmai il problema è invecchiare. Ecco perché dobbiamo fermare questo processo».

Parla al telefono dal suo studio, con voce un po’ roca e piglio deciso. E’ già una celebrità mondiale e molti medici e gerontologi ammettono di essere abbagliati dal suo progetto, ma non gli basta. Ora, come accade a tutti i «maghi» che giocano con le costrizioni dell’età, è il tempo il suo grande avversario. «Ci vorranno 10 anni e poi almeno altri 15-20, se tutto va bene». Obiettivo: mettere a punto le sette cure contro i sette demoni che ci vogliono morti entro un periodo tanto risibile come 80-90 anni. Sono - recita la sua lista - «la degenerazione delle cellule, la moltiplicazione di cellule indesiderate, le mutazioni dei cromosomi, le mutazioni dei mitocondri, l’accumulo di “sostanze spazzatura” nelle cellule, l’accumulo di altra “spazzatura” al loro esterno e le degenerazioni delle proteine».

Professore, ogni voce dell’elenco equivale a un trattato di genetica e di biologia. Ma, in concreto, a che punto è nell’elaborazione delle contromisure? I suoi avversari dicono che il lavoro è ancora tutto da fare.
«In realtà siamo più vicini alle soluzioni di quanto si pensi. In particolare, siamo già alla fase dei test clinici sui topi per tre aree. Primo: la sostituzione delle cellule danneggiate con le staminali non è fantascienza, ma sta funzionando per diverse malattie, come il Parkinson. Secondo: si testano i primi vaccini con cui contrastare i depositi di amiloide al di fuori delle cellule. Terzo: ci sono esperimenti sulle proteine che garantiscono l’elasticità di tessuti specifici come quelli delle arterie. Mi sembra ragionevole che in 10 anni si arrivi alla soluzione dei sette problemi, anche se ci vorrà un po’ di fortuna e ci vorranno molti soldi».

Ecco l’altro problema: quanto dovrebbe costare il suo programma?
«Non molto, direi: 100 milioni di dollari all’anno per 10 anni nella fase delle cavie. Poi, quando si passerà ai test sull’uomo, decisamente di più: alcuni miliardi. Ecco perché passo molto del mio tempo a concedere interviste e a partecipare a convegni. Voglio coinvolgere le opinioni pubbliche e spingerle a fare pressione sui governi perché concedano i finanziamenti necessari».

Se anche ottenesse tutto questo denaro, quali sono le possibilità di successo? Risponda sinceramente.
«Io dico: 50-50. Se siamo sfortunati, invece, avremo bisogno di almeno 100 anni per vedere i risultati».

Lei è ottimista comunque. Ha immaginato la vita dei quasi immortali? Ce la racconta?
«Di sicuro non vedremo più persone vecchie, fragili, decrepite. E questo vorrà dire che non spenderemo più montagne di soldi per prolungare la vita di tanti anziani malati di qualche anno appena. E inoltre che tante persone in più contribuiranno al sistema del welfare, anziché bruciare risorse. La pensione, per esempio, non sarà più permanente, ma una scelta a tempo: ci si ritirerà e poi si tornerà sul mercato del lavoro con nuove competenze e obiettivi diversi. Naturalmente, visto il crollo del tasso di mortalità, dovremo pensare alle strategie per limitare quello di natalità. Altrimenti saremo perseguitati dalla sovrappopolazione».

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=32&ID_sezione=243&sezione=News

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