TRANSUMANISTI CYBERSEX FUTURE Stefano Vaj interview

moana_pozzi_vert.jpgDA AIT  ASSOCIAZIONE ITALIANA TRANSUMANSITI SITO

 Il futuro del Cyber Sex - 25/09/2009

Intervista di Annetta Franco a Stefano Vaj

 

Sui possibili sviluppi della sessualita' virtuale, Stefano Vaj - docente di Diritto delle nuove tecnologie all'Universita' di Padova e segretario dell'Associazione Italiana Transumanisti - risponde ad Annetta Franco, collaboratrice di diverse testate giornalistiche e televisive, tra le quali, Le Scienze, Playboy, Il Sole 24 Ore, Corriere della Sera, La7, e Odeon.

Può farmi un quadro della situazione? Una panoramica di accessori che possono essere definiti pertinenti al cybersex? Come definerebbe il cybersex?

Il cybersex in realtà è stato un po' "the Next Big Thing"... degli anni novanta. All'epoca la Realtà Virtuale era molto di moda, sviluppi rivoluzionari sembravano imminenti, tutti quanti sperimentavano con elmetti con auricolari e visori stereo e wired gloves, e si pensava che questi strumenti sarebbero diventati addirittura periferiche di uso comune per i PC. Si ricorderà ad esempio il film Disclosures, in italiano "Rivelazioni", con Michael Douglas e Demi Moore, tratto dall'omonimo bestseller di Michael Crichton, che mette appunto in scena qualcosa del genere come oggetto di uso quotidiano in ambito addirittura aziendale. In questo scenario, diventa quasi ovvia l'idea di spingere il concetto sino ad una realtà virtuale completamente immersiva, attraverso l'adozione di un abito telemetrico che dei cinque sensi umani coprisse completamente almeno tre, ovvero vista, udito e tatto, e consentisse di interagire sempre virtualmente con altre persone attraverso un computer - o meglio due computer connessi tra di loro a distanza. E qualche rudimentale esperimento in questo senso viene davvero effettuato proprio in ambito sessuale, talora pubblicamente nel quadro di festival del porno e da parte di qualche personaggio di tale mondo in cerca di un po' di notorietà supplementare. Senonché, i computer non erano abbastanza potenti, la banda non era abbastanza ampia, ma soprattutto non erano all'altezza gli accessori, ovvero quelle cose, dai visori in tre dimensioni agli strumenti da portare a contatto con il corpo per misurarne i movimenti o trasmettergli i messaggi tattili del mondo simulato - e del partner, che avrebbero dovuto garantire un'esperienza almeno vagamente paragonabile a quella reale. Come denuncia regolarmente l'Associazione Italiana Transumanisti, al di là del trionfalismo che spesso ha caratterizzato negli ultimi anni le pur importanti realizzazioni in campo hi-tech, dall'informatica all'elettronica di consumo, sono mancati gli investimenti, la visione imprenditoriale, la ricerca di base, la capacità di sfidare l'inerzia del mercato e degli utenti, che avrebbe consentito di raggiungere maggiori risultati con riguardo a sviluppi che parevano a portata di mano. Da allora, il cybersex si è lentamente riaffermato in una chiave più modesta come evoluzione del "sesso telefonico": ovvero, semplicemente come interazione a distanza tra due persone che si rendono ben conto di essere distanti, ma che comunicano tra di loro grazie all'ubiquità della rete. Interazioni di tipo esplicitamente sessuale, tra persone nell'impossibilità di incontrarsi fisicamente, o tra sconosciuti magari desiderosi di restare tali e di evitare tutti i rischi inerenti a rapporti tradizionali, si sono così gradualmente diffuse nel chatting e all'instant messaging via tastiera tra coppie di utenti o utenti multipli, passando poi al voice chat, e ai servizi di videoconferenza sempre più frequentemente integrati in tali servizi. Questo tipo di sesso è "virtuale" nel senso di svolgersi puramente a livello di comunicazione; ma un terzo tipo possibile di virtualità nel cybersex è quello che oggi coinvolge gli avatar personali in mondi alternativi accessibili in rete come Second Life o World of Warcraft. Avatar con cui molti si identificano sempre più, e nel cui aspetto, attività e relazioni sociali investono in misura crescente rispetto alla propria vita tradizionale (e che come ovvio possono avere un'identità di genere, una personalità, un'età e caratteristiche molto diverse dalla persone che li muove: una cosa assolutamente comune per esempio nei mondi virtuali è l'inversione di genere da parte di soggetti assolutamente eterosessuali nella loro vita reale, inversione che si riflette in incontri e relazioni sessuali per lo più coerenti con il genere dell'avatar, e non del suo proprietario). Anzi, la crescente "sessualizzazione" dei mondi virtuali ha addirittura spinto la Linden, la società che controlla Second Life a prevedere a breve l'instaurazione di un sistema di controllo degli accessi a zone esplicitamente definite "per adulti". Il che naturalmente è un peccato rispetto alla libertà sostanzialmente assoluta sinora goduta da chiunque in tale ambito. Ancora, è nota la vicenda della moglie inglese che ha chiesto il divorzio dopo aver trovato l'avatar del marito impegnato in attività sessuali con un'altro avatar in Second Life... Infine, un quarto aspetto è il cybersex con... un cyborg, ovvero con un personaggio che di umano non ha nulla, e che consiste in realtà o in un robot antropomorfo (cfr. Ho fatto l'amore con una robot, Fare sesso con i robot, Scopatevi una robot), o di nuovo in una simulazione computerizzata, come la protagonista del film S1m0ne con Al Pacino...