Il romanzo di Enrico Gherardi "la casa delle antiche" rientra a pieno titolo in quella lunga tradizione culturale europea che esplora la terra di confine dove si muovono in un difficile equilibrio eros ed archetipo pagano. L'innocenza pagana segue infatti come un'ombra Lucilia, la protagonista del romanzo che, non diversamente da molti di noi, si trova nella vita casualmente a scontrarsi col senso della propria origine e quindi con la propria identità.
Da qui muove verso la consapevolezza del desiderio. E poichè per tutti noi i cancelli dell'eden sono stati abusivamente chiusi da un pezzo, anche Lucilia deve scontrarsi coi meccanismi inevitabili della paura e di un'antica vertigine senza nome che sempre accompagna la consapevolezza del desiderio stesso.
Ad aiutarla in questo percorso non sarà una psicanalista in tailleur grigio ma una stravagante anziana donna che vive in una casa isolata degli Appennini dove la protagonista "sente" e "ricorda" di aver trascorso l'infanzia. Sarà lei a riceverla e ad accompagnarla dove tutti vorremmo e dovremmo andare fra i venti solo apparentemente contrari del panico e della nostalgia. La vecchia oscura "sciamana" ha conosciuto la madre di Lucilia e sa dove e come condurre la protagonista verso quel luogo felice dove l'eros rivela, nella propria raffinata crudezza, la cifra più alta della sua sacralità.
La scrittura di Enrico Gherardi sa essere lineare e quotidiana senza rinunciare a un timbro elevato e mai enfatico.C'è in essa e nell'esperienza di Lucilia il grido dell'autore contro una concezione manichea del bene e del male che avvelena la nostra cultura da quando gli antichi dei sono stati detronizzati e ridotti a fiabe archeologiche. Vale davvero la pena di leggere questo schietto e appassionato contributo a quella riapertura dei cancelli dell'eden che, come per Lucilia, anche per noi appare per tutta la vita irta di ostacoli e terrorizzante, ma che nasconde, lo sappiamo benissimo, la vocazione alla felicità insita, da vero paradiso perduto, nella nostra natura.
Da qui muove verso la consapevolezza del desiderio. E poichè per tutti noi i cancelli dell'eden sono stati abusivamente chiusi da un pezzo, anche Lucilia deve scontrarsi coi meccanismi inevitabili della paura e di un'antica vertigine senza nome che sempre accompagna la consapevolezza del desiderio stesso.
Ad aiutarla in questo percorso non sarà una psicanalista in tailleur grigio ma una stravagante anziana donna che vive in una casa isolata degli Appennini dove la protagonista "sente" e "ricorda" di aver trascorso l'infanzia. Sarà lei a riceverla e ad accompagnarla dove tutti vorremmo e dovremmo andare fra i venti solo apparentemente contrari del panico e della nostalgia. La vecchia oscura "sciamana" ha conosciuto la madre di Lucilia e sa dove e come condurre la protagonista verso quel luogo felice dove l'eros rivela, nella propria raffinata crudezza, la cifra più alta della sua sacralità.
La scrittura di Enrico Gherardi sa essere lineare e quotidiana senza rinunciare a un timbro elevato e mai enfatico.C'è in essa e nell'esperienza di Lucilia il grido dell'autore contro una concezione manichea del bene e del male che avvelena la nostra cultura da quando gli antichi dei sono stati detronizzati e ridotti a fiabe archeologiche. Vale davvero la pena di leggere questo schietto e appassionato contributo a quella riapertura dei cancelli dell'eden che, come per Lucilia, anche per noi appare per tutta la vita irta di ostacoli e terrorizzante, ma che nasconde, lo sappiamo benissimo, la vocazione alla felicità insita, da vero paradiso perduto, nella nostra natura.
Marco Tani