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Circa 200 persone hanno risposto all'appello degli anarchici estensi
Ferrara, mini invasione di bandiere nere
Ferrara si è trovata con la A cerchiata addosso. È partita con un ritardo di un’ora e mezza la manifestazione nazionale “contro la repressione” indetta dai gruppi anarchici sabato 16 5 pomeriggio a Ferrara.
Dietro al grido “Mai più l’altra guancia”, i “cappucci neri” hanno aspettato i compagni provenienti da Bologna, il cui treno ha tardato a causa di un blocco del traffico ferroviario verificatosi alla stazione felsinea e causato da altri manifestanti. A rispondere all’appello degli organizzatori, che fanno capo al gruppo anarchico ferrarese catapultato agli onori della cronaca nazionale per il dossier sugli “obiettivi sensibili” ferraresi da “colpire” (tra politici, sindacati, ufficiali delle forze dell’ordine e rappresentanti delle categorie economiche), sono state circa 200 persone.
Il corteo, scortato dalle forze di polizia, ha attraversato in modo pacifico viale Cavour, prima di “scatenarsi” in corsi Isonzo con petardi, cori contro Sateriale e Soffritti, scritte e distruggendo i cartelloni elettorali incontrati per strada.
A un certo puto una decina di manifestanti hanno anche accerchiato un operatore di una tv intimandogli di consegnare loro quanto aveva filmato.
Il corteo ha poi percorso Via Darsena, Viale Volano, Viale Alfonso d’Este, Corso Giovecca, per poi fare ritorno in stazione intorno alle 19.
La città ha assistito impassibile e un po’ curiosa alla sfilata di bandiere nere e rosse. Per consentire il passaggio degli anarchici il traffico è rimasto bloccato per l’intero pomeriggio.
Nel complesso la manifestazione si è svolta in maniera pacifica e non si sono registrati incidenti degni di nota. La Ferrara degli “obiettivi sensibili” può tornare alla normalità.
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