SUL POSTMODERNO DEBOLE

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DA WU MING....  AL FUTURO

Uno dei commenti  relativi quella riflessione sul nulla che è New Italian Epic afferma come questa abbia evidenziato  la nuova riscossa civile e dimensione politica del romanzo italiano.

Tale dichiarazione è tanto pretestuosa, quanto inconsistente, visto che scambia il recupero del peggio vecchiume della nostra narrativa, dal neorealismo trito e ritrito al romanzo storico polveroso già nell'Ottocento, con la possibilità che si possa costruire una dimensione obiettiva e neutrale di denuncia dei fatti.

Cosa, nel caso di Wu Ming e sodali, difficile a dirsi: di fatto le loro presunte denunce sono "organiche" al sistema di potere mediatico ed editoriale in cui più o meno consapevolmente sono inquadrati.

Non si protesta per cambiare il Mondo o l'Uomo, ma per lisciare il pelo al proprio editore ed al proprio pubblico.

Questo non è conseguenza della malafede dello scrittore, ma è una condizione intrinseca nel Post Moderno. Se si crede nella fine della Storia, nella possibilità di un radicale progetto di cambiamento culturale, allora è utile e comodo rifugiarsi nel proprio piccolo mondo, condiviso con i propri compagni di merende.

Per andar oltre, è sempre più necessario il recupero dell'Avanguardia, nelle sue diverse forme

ALESSIO BRUGNOLI

www.domist.net

http://arte-e-artisti.splinder.com/post/19784775/Contro+il+passatismo+nel+Roman