PASSEGGIATA ANTIPOLITICA

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FROM ESTENSE COM QUOTIDIANO ON LINE DI FERRARA

Passeggiata tra candidati


Sono vecchio a sufficienza per attribuire a me stesso una valenza storica. Sfogliando a ritroso i capitoli della memoria, trovo sempre meno analogie col presente: le sovrapposizioni provenienti dall’abbondanza di nuovi prodotti cambiano usi e costumi. Una cosa, almeno, è rimasta inalterata in continuità col passato: il policromo manifesto elettorale. Se non risale all’antica Roma è solo per colpa della carta, inventata tardi. Sarà per questo che con compiacimento e divertita attesa osservo l’avvicendamento dei manifesti della campagna elettorale iniziata.
Il primo della serie, quello di Dragotto che esce dalla caverna con la scritta “cominciamo a crederci”, è già entrato nella leggenda fra i cultori di sfumate psicologie dell’incertezza. I suoi fans in piena suspense attendono vogliosi altre puntate. Se Dragotto li delude rischia l’incolumità.
Il secondo è quello di Barbieri, che pieno di sentimento arriva subito al cuore: “mi candido perché non ne posso più”. Un messaggio chiaro. Fin troppo, forse, perché può indurre a cimentarsi altri soggetti che non ne possono più. In città c’è un imprenditore coinvolto nello sport, per esempio, che pure lui potrebbe esibirsi in manifesti, ripreso appena finita una partita della sua squadra, con la scritta: “mi candido perché sono IO che non ne posso più!!”. Sbaragliando il Barbieri, che con un mezzo sorriso e posa vezzosa potrebbe reggere il confronto solo fra le amiche di Nonna Speranza.
Questo darebbe la stura ad un nuovo genere di manifesto elettorale e relativi sottogeneri: riunione condominiale, stanza urbana, tassa alle sedie da bar marcate con lo stesso nome del bar, ecc. ecc. Per non parlare del sottogenere sala d’attesa dal medico della mutua: “Non ne può più? Fortunato lei! Se avesse i miei mali… IO ho tutte le carte in regola candidarmi”, che potrebbe addirittura vincere le elezioni per abbandono del campo di concorrenti ed elettori. Se così fosse, dovremo essere grati a Barbieri, destinando al suo innovativo manifesto-capostipite un’apposita sala della Pinacoteca: Arte Coltempomiglioreranea.
Bisogna ammetterlo. L’abbondanza di partiti e concorrenti consente di ipotizzare per i prossimi mesi dilettevoli passeggiate per le vie della città.


Paolo Giardini

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