RONCONATE...

imagesRONCONI.jpg RONCONATE A NUDO

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“Sulle ronconate ci sarei andato cauto”. Così si è espresso un importante candidato sindaco, esponendosi al giudizio degli elettori primari. Cosa vuol dire? Che le avrebbe autorizzate cautelativamente, di soppiatto, magari con l’impiego di pseudonimi? Che, diversamente da com’è stato fatto, si sarebbe lasciato spaventare dall’ammontare dei costi ronconiani?

E' lodevole esprimere disaccordo mediante circonlocuzioni quando si cerca di non ferire le altrui suscettibilità, ma il metodo da solo può non bastare, addirittura può sortire il risultato opposto. In questo caso, direi che Sateriale ha tutte le ragioni per sentirsi offeso dal suo ex vicesindaco che non ha speso una parola a giustificazione delle ronconate, perdendo l’occasione per discuterne dal punto di vista di un sindaco (che, per il suo ruolo, dovrebbe alquanto differire da quello di un comune cittadino).

Il sottoscritto ha fatto parte del coro di quelli che protestavano, proprio perché riteneva che la giustificazione all’onerosità degli spettacoli di Ronconi non fosse indovinata. Quella giustificazione non è mai stata dichiarata e difesa dallo stesso spocchioso sindaco, il quale proprio per questo si è meritato che la successiva polemica di taglio populista lo mettesse all’angolo. Ma che l’obbiettivo del sindaco fosse quello di conferire prestigio rafforzando l’immagine di città d’arte e cultura è ovvio. Ed è altrettanto ovvio che c’è ancora un disperato bisogno di un’attività di mantenimento dello status quo di Ferrara. Allora perché un candidato sindaco non coglie l’occasione per parlarne con cognizione di causa, parametrizzando una buona volta il problema e dimostrando di sapere dove vuole arrivare insieme alla sua città, invece di limitarsi alle banalità? Non gliel’aveva di certo ordinato il dottore di allinearsi al livello del suo antagonista con chiacchiere di donna alla pompa. O forse, invece, gliel’ha ordinato il Partito?

(PAOLO GIARDINI)