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CITTA' D'ARTE?

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IL MITO DELLA CITTA' D'ARTE

 

Ferrara come città d'arte, scommessa lanciata da Soffritti a partire dagli anni ottanta, non ha nei fatti generato i risultati previsti: anche cose buone e notevoli (noi siamo aperti e oggettivi), ma la città è decollata poco dal punto di vista turistico e in modo contradditorio e trasparentemente passatista da quello artistico.

La politica dei grandi eventi (comprese le ultime imprese dei musei della Soah e dell'Ermitage) ha avuto e ha risultati interessanti d'Immagine,ma a medio-lungo termine la città resta statica e stagnante; come dimostrano anche i dati economici reali sul costo dei grandi eventi (deludenti e spesso in rosso..) evidenziati ogni anno magari dal Giornale dell'Arte e Il Sole 24 Ore, rimossi a Ferrara dal gruppo dirigente al potere.

Due le motivazioni principali che si ricollegano alla premessa di cui sopra: una filosofia politico-culturale vetusta e ideologica alla base delle scelte, finalizzata non al futuro ma alla preservazione del potere tardocomunista, persino ostile al futuro, ignorando o tollerando al massimo la Ferrara d'arte autentica, al passo con i tempi postmoderni, molti artisti giovani e nuovi (e gruppi anche organizzati) attivi fin dagli anni ottanta del secolo scorso.

Scelte privilegiate -al contrario-verso generalmente interlocutori culturali e artistici, vecchi, faziosi e ideologici; verso burocrati mediocri – leggi le caste da abbattere del ...Palazzo dei Diamanti, di Ferrara Arte, Ferrara musica e così via.

Fa eccezione parzialmente l'Arci cultura... almeno un poco aperta verso la cultura contemporanea e gestita da uomini giovani magari politicamente corretti ma almeno-nei fatti oggettivi- di sicura conoscenza e competenza: al di là di certo monopolio indubbio, dettato dal substrato ideologico di cui prima, ma anche dalla debolezza alternativa del centro-destra culturale.

Va da sè- senza tanti fronzoli- il mito di Ferrara città d'arte va riconosciuto per quel che è: in principio è oggi...l'economia globale arretrata di Ferrara come informazione inrinviabile di riferimento, basta in certo senso con Ferrara città d'arte.

La città, per il suo semitotalitarismo politico-culturale e per certa sua psicologia sociale diffusa e dominante relativamente arcaica e antimoderna (nei fatti!) è imparagonabile a Firenze, Roma, Venezia, le autentiche città d'arte storiche.

La scommessa era possibile, ma i fatti dimostrano, senza rettifiche filosofiche politico-culturali, il suo fallimento: è necessaria una svolta a 360°, prima i bisogni della gente e della città, prioritari; poi l'arte,e la cultura privilegiando pochi grandi eventi mirati e di sicura audience (non secondo i gusti dei burocrati o delle loro mogli...) da un lato e investendo dall'altro sull'arte nuova e giovane di Ferrara, in certa misura di livello nazionale e contemporanea, utilizzando al massimo le.. possibilità pubbliche promozionali e divulgative-mediatiche-appunto dei new media e di Internet. Ferrara futura non come una rincorsa impossibile ai modelli storici delle città d'arte di cui prima, ma come nuova Officina ferrarese, più globalmente come quartiere giardino culturale di... Bologna. Altre opzioni presentuose e velleitarie sono il canto del cigno dei pruriti tardoborghesi agresti, antielettronici, dei gruppi dirigenti al potere, non esclusi certi strati più deboli dell'opposizione stessa da zavorrare...

Parte dell'esistente culturale dovrà essere oggettivamente conservato, liberato dalle pastoie ideologiche e antiproduttive: la creatività Arci di cui prima e della stessa Università di Ferrara, all'avanguardia in alcuni campi specifici, conoscitivi ma anche – amplificando- in certi rari interfaccia anche produttivi, leggi il grande evento postmoderno del nascente Polo tecnologico...

ROBERTO GUERRA

http://digilander.libero.it/cuf.fe/UFO_a_Ferrara.htm

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