"VIABILITA', CORAGGIO CAMBIARE ORA SI DEVE "
FROM LA NUOVA FERRARA
...Ieri, dunque, c’è stata la storica interruzione dell’asse viale Cavour-corso Giovecca, la lisca di pesce che percorre tutto il corpo di Ferrara e che poi irradia auto di qua e di là. Una prova generale abbastanza riuscita, anche perché non c’è stata la valanga degli arrivi. Non sappiamo se si procederà su questa strada ma prendiamola, la scelta attuata ieri, per un timido segnale di voglia di cambiamento. Diceva don Abbondio che il coraggio uno non se lo può dare. Però, questa nostra amministrazione lo deve trovare questo coraggio di cambiare la viabilità a Ferrara. Non si vive solo di parcheggi a pagamento nuovi o di modesti, modestissimi, interventi sul traffico che assedia i quartieri, pronti ad annullare tutto appena uno fa bau . Va benissimo ascoltare i commercianti, i residenti, i tecnici, fare i conti costi-benefici, poi, però, bisogna decidersi e decidere. Prendiamo l’asse viale Cavour-corso Giovecca, premettendo che quelle che seguono sono osservazioni da uomo della strada, che di proposito rinuncia sempre, con sole o pioggia, all’auto per muoversi in città. Quest’asse va interrotto per le auto e portato a senso unico, con una direzione di marcia opposta su viale Cavour e corso Giovecca. Il senso unico consentirebbe la creazione di una corsia preferenziale per i mezzi pubblici oggi costretti ad asfissianti file e ad una velocità di marcia infinitesimale. Un’onda verde calibrata opportunamente toglierebbe di mezzo il disastroso inquinamento provocato dall’“onda rossa” di oggi con l’attesa ai semafori di decine di auto in doppia fila. Negli anni siamo riusciti a complicarci la vita con una viabilità da squilibrati, con una liberalizzazione autolesionista e rinunce scellerate al cambiamento in nome di qualche voto. Nessuno vuole lanciare bolle di sapone terroristiche ma così si va al collasso: bisogna dare a questa città una viabilità diversa, più contenuta. Le vogliamo dare una “mission” di città d’arte? Bene, allora le città d’arte hanno isole pedonali degne di tal nome attorno ai principali monumenti. Vogliamo farne una città a misura d’uomo? Allora dove offrire ristoro e non i tormenti dovuti al traffico. Fino a quando si rinuncerà a cambiare, avremo sempre un trasporto pubblico soffocato e perdente. Oggi restano ancora alcune aree attorno alle mura da utilizzare come parcheggi gratuiti, qui si possono fermare le auto. Chi crede nell’equazione “meno auto, meno commercio, centro morto” si sbaglia di grosso. Venezia non ha auto, eppure... (sì, il paragone potrebbe non reggere, ma rende l’idea). Si pensi un attimo anche ai residenti sull’asse Porta Po-Porta Mare. Quest’asse è pazzescamente inquinato, percorso ogni giorno nei due sensi da migliaia di auto in spostamento lento. Al mattino verso le 8 l’aria è irrespirabile e qui camminano anche i nostri ragazzi che vanno nelle scuole vicine. Non basteranno i “giovedì a traffico ridotto”, servono poco le piogge. Qui sono indifferibili decisioni forti. Il buonsenso abbatta la mancanza di coraggio della politica. Per il bene di tutti. Si può fare. -
(VALENTINO PESCI)