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Paolo Giardini: DELENDA CARTHAGO Ferrara

lDELENDA CARTHAGO

Cosa uscirà a sorpresa dal cappello a cilindro dell’amministrazione comunale per concludere in bellezza l’anno 2011? Tenendo conto della capienza del cappello e dell’abilità dell’illusionista, oltre a una lunga successione di conigli (finalmente utili dopo averli mantenuti per decenni) le uscite più prevedibili sono le seguenti:

  • LEGIONELLA: informatori di fiducia assicurano che Tavolazzi si è recato sia all’ospedale di Cona che al S. Anna. Ha quindi avuto la possibilità materiale di contaminare indisturbato le reti idriche nascondendosi in un cesso con la scusa della pipì. Del resto, la contaminazione rientra ufficialmente nei piani elettorali del M5S (“inoculeremo il virus nelle istituzioni”). Optando per la legionella che non è un virus ma un batterio, Tavolazzi fornisce pure la prova dell’ingenuo tentativo di depistaggio, come può capire qualsiasi iscritto al PD. Sarà d’uopo che il sindaco denunci d’ufficio Tavolazzi alla Procura per attentato alla salute pubblica.

  • DERIVATO: appena eletto consigliere, Tavolazzi s’è dedicato a sbraitare contro il derivato Dexia sapendo bene che ciò avrebbe pavlovianamente rafforzato la decisione del PD di ordinare a Tagliani di tenerselo stretto, col placet di Hera che non gliene frega niente. Cui prodest? A Tavolazzi, che in qualità di consulente della banca riceve la provvigione per ogni mese in più di sopravvivenza del derivato fra le spese comunali, e in qualità di oppositore a fine anno può dichiarare senza fallo che il derivato ha prodotto perdite per l’anima del cavolo che i cittadini pagheranno di tasca loro, e costringendo anche l’Assessorato al Pozzo Senza Fondo a raccontare balle a difesa del decoro assessorile. Sarà d’uopo che il sindaco denunci d’ufficio Tavolazzi alla Procura per guadagni illeciti sparando alla Croce Rossa.

  • L’AFFARE CONA: la prova che Tavolazzi è fra i fautori della scelta di Cona sta nella sua scelta di abitare a Francolino costruendovi una magione signorile, presa giusto nel periodo in cui è stato deciso in segreto di chiudere il S. Anna. Quale motivo può far propendere per un luogo esterno alla città se non la consapevolezza che in mancanza di una circonvallazione cittadina ad anello per andare in un ospedale decentrato ogni percorso scelto può rivelarsi fatalmente intasato? E quindi è meglio partire da luoghi posti dal lato giusto, non troppo vicini per disporre di più percorsi alternativi e non troppo lontani per non allungare eccessivamente i tempi, il compromesso fra due esigenze che vede Francolino in buona posizione. Sarà d’uopo che il sindaco denunci d’ufficio Tavolazzi alla Procura per interessi privati in atti d’ufficio fatti maliziosamente non in ufficio.

  • PFOA E PERDITE D’ACQUA: una padella antiaderente in teflon (che contiene PFOA) dal fondo corroso buttata nel pattume dalla signora Tavolazzi (invece di conferirla alla differenziata: vergogna! sarà d’uopo che l’Assessorato alle Discariche denunci d’ufficio la signora Tavolazzi alla Procura) è stata acquisita come reperto indiziario per la strana mega bolletta da mezzo milione di euro pagata l’anno scorso dal Comune ad Hera. Non è sfuggita la contestuale insistenza del consigliere Tavolazzi nel denunciare la probabile esistenza nell’acqua di molecole di PFOA e l’ossessiva richiesta di analisi dell’acqua. Ora è chiaro che se si vuole contaminare una rete acqua basta introdurre le sostanze in un lavandino di un bagno (un vizio di Tavolazzi, si veda il punto LEGIONELLA), ma se il contaminante non si annida e riproduce come un virus occorre una manovra di dispersione in acqua mediante la fuoriuscita di acqua buona da un punto basso per immettere il contaminante da un punto altro. Ciò spiega le perdite dai rubinetti al pieno terra mentre ai piani alti con un imbuto si infilava nei rubinetti la polvere di Teflon grattata via dai tegami di casa Tavolazzi. Sarà d’uopo che il sindaco denunci d’ufficio Tavolazzi alla Procura per l’eventuale possesso criminoso di imbuti e tubi di plastica.

  • DENUNCIA D’UFICIO ALLA PROCURA OGNI VOLTA CHE TAVOLAZZI ARRIVA IN COMUNE (eccettuando eventuali responsabilità sulle guerre puniche): è la naturale evoluzione di un radicato patrimonio culturale di cui il PD è rappresentativo, per il quale ogni volta che il marito tornava a casa, prima di ogni altra cosa e prima di proferir parola prendeva a botte la moglie “parché sicurament l’ha cumbinà di malan”.

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