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Tagliani baratta FERRARA?

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BARATTO RIDICOLO

Qualcosa che fin dalle origini è sempre appartenuto alla comunità locale, d’ora in avanti apparterrà ad una società privata, perché così hanno deciso in vacatio legis* alcuni incompetenti naturali che il fato cinico e baro ha posto nella maggioranza consigliare del Comune di Ferrara. Impossibile riconoscere loro le attenuanti generiche: essendo tutti nati in anni successivi alla guerra, è inverosimile che da piccoli siano stati traumatizzati dai bombardamenti. A prescindere comunque dalle cause prime, è avvenuto l’incredibile: i seduti sull’orlo del proprio abisso mentale hanno barattato le reti comunali del gas con un pacchetto azionario di Hera S.p.A. non spendibile, e il cui controvalore attuale in moneta sonante non copre neppure l’importo d’acquisto dei contatori terminali di consegna gas agli utenti. Si è molto parlato di vendita e svendita. No, è solo baratto svantaggioso per una delle parti. Passeremo alla storia per la rinomanza del buyer di Hera, che ha concluso l’affare del secolo senza muovere un soldo! Un colpo da Grande Maestro, equiparabile al passaggio di proprietà della Gioconda, spostandola dal Louvre al Palazzo dei Diamanti in cambio di azioni di Ferrara Arte per il controvalore della cornice. Bisognerà cancellare dalle citazioni i dilettanteschi il Gatto e la Volpe.

Non ci resta che rimirare i cocci: il più malinconico riguarda il venir meno di una supertutela goduta nominalmente dalla comunità, che solo l'Autorità locale garante di ciò che è direttamente in possesso può conferire. Adesso non c'è più, non essendo prevista la contrapposizione al monopolista Hera di un soverchiante strapotere di comminare forti sanzioni pecuniarie dissuasive alle carenze di prestazioni per qualsiasi causa.

Un altro coccio è la beffa patrimoniale di un bassissimo valore presunto delle reti accolto come se fosse il massimo valore, proveniente da rivelazione divina, trascurando arbitrariamente che nel libero mercato i valori presunti non contano mai, salvo nelle requisizioni. Più che una transazione, constatiamo una stolta imposizione.

Rimangono infine i frantumi di un concetto demolito: la proprietà indivisa delle dotazioni comunali nate per il bene collettivo e che come tali hanno fruito e fruiscono di agevolazioni senza prezzo, come l'occupazione del sottosuolo in via privilegiata. Le condotte sotterranee nelle vie dell’antica città non sono ordinate come le tubazioni aree di uno stabilimento chimico progettate ad hoc, sono sovrapposizioni di servizi diversi effettuati in tempi diversi nell’arco di secoli, nella regola del chi primo arriva meglio alloggia. Una regola conflittuale con la continuità di servizio delle strade, pesantemente penalizzato ad ogni più piccolo guasto. Ma se in casa nostra non possiamo che sopportare le conseguenze di guasti dei “nostri” impianti vecchi e malfatti, non è altrettanto verosimile che un fornitore prezzolato privato, che monetizza a caro prezzo ogni sua mossa, debba imporci la gratuità di quelli che diventano i “suoi” disservizi. La tassa d’occupazione di suolo pubblico nei lavori è tutt’altra cosa dai risarcimenti ai disagi. La politica che dimentica questo non è politica, è malavita.

Paolo Giardini – Progetto per Ferrara

  * intesa non come “non vigenza di norme” ma come necessità di ovviare alle gravi carenze legislative che non comprendono una sentita sensibilità civica

 www.progettoperferrara.org

video http://www.youtube.com/watch?v=7xjdloT0IDI

 

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