del disastro di Caporetto si è parlato forse troppo e anche scrive ha dedicato a quella triste vicenda diversi interventi sul web.Nella memoria comune sulla condotta dell'Italia nel primo conflitto mondiale Cporetto ha tuttavia finito per restare impresso come un marchio avvilente, al punto da relegare in secondo piano l'impresa che, nel giro di pochi mesi da quel drammatico autunno del 1917, portò le nostre forze armate a ribaltare le sorti di una guerra che sembrava irrimediabilmente persa e a concluderla con una brillante vittoria, quella targata Armando Diaz. Oltre a non essere più, quindi, un esercito di fanti-contadini, le armi italiane, rifornite di ulteriori mezzi bellici e morali e ricostituite nei ranghi anche grazie ai giovani dell'ultima leva (i ragazzi del '99), riuscirono a respingere gli autro-tedeschi che erano state galvanizzate dall'improvvisa defezione della Russi. Il nostro esercito finì per travolgere le linee nemiche, costringendo Vienna a chiedere l'armistizio una settimana prima della resa della Germania dopo la sconfitta subita ad Amiens. Lo sforzo militar-industriale che favorì tale conclusione è poco noto, ma ad onor del vero fu straordinario ed efficace, anche con il miglioramento della logistica nella rete stradale e ferroviaria, oltre con la progettazione e rapida costruzione di velivoli nel contesto di un massiccio intervento finanziario da parte dello Stato.
Casalino Pierluigi
Casalino Pierluigi