LA CRISI YEMENITA E ALTRE CONSIDERAZIONI SULL'ISLAM POLITICO CONTEMPORANEO

L'intensificarsi di attacchi missilistici alla capitale saudita da parte di forze sciite posizionate nella guerra civile yemenita costituisce un fattore di accresciuta instabilità nella regione arabica e più in generale mediorientale. Lo scontro tra le due grandi potenze musulmane, Arabia Saudita e Iran, va oltre i confini locali e riprende un dissidio storico che parte da lontano, ma si colloca in una prova di forza di ben più ampia portata e che coinvolge anche potenze esterne all'area. Non bisogna dimenticare, nel frattempo, che attualmente i musulmani sono un miliardo e ottocento milioni, con un peso socio-politico-culturale-economico e strategico enorme e soprattutto segnato da una caratteristica che è paradossalmente diversa da quella fissata in nell'immaginario collettivo occidentale. L'Islam attuale, tuttavia, non è quel monolite che si pensa, nonostante una comune e spesso vaga struttura ideale e pratica, salvo le tensioni connesse a letture improprie della dottrina originaria. Con una battuta tutt'altro che peregrina (o infondata) si può a giusta ragione dire che ci sono tanti Islam quanti sono i fedeli islamici. La diacronia storica di quasi quindici secoli, la distribuzione geografica e quindi geopolitica così estesa, le differenze confessionali interne - non solo la tensione frontale sunniti e sciiti-, l'incrocio con civiltà diverse, dal Cristianesimo all'Ebraismo, rendono difficile, se non terribilmente complicato, rubricare l'Islam in un unico canone o testo. Proprio per questo le lotte intestine e l'intreccio di interessi locali e globali dei diversi Islam si pongono in relazione con le problematiche in atto sullo scenario internazionale. A lato di tutto ciò manca ancora una seria possibilità di adeguata convivenza con il resto del mondo. In altre parole un'integrazione autentica dei musulmani con le altre civiltà.
Casalino Pierluigi