Se Roma ci ha lasciato le basi del diritto, recuperando anche tracce di ordinamenti che non è infrequente riscoprire di origine orientale, la Grecia ci ha lasciato la civiltà della libertà e del senso critico. Se un Ibn Rushd (l'Averroè dei Latini) poteva ben dire che una casa senza libri è una casa senza dignità e che chi non pensa muore, mentre chi pensa resta immortale, la circostanza poggiava sui fondamenti del pensiero greco, della sua capacità di trasformare il mito in logos, in altri termini nello spirito della razionalità. La deriva di una scuola non più in grado di sfornare una degna classe dirigente, consapevole e colta è la riprova che quel lascito di civiltà del mondo greco si è spento, con conseguenze disastrose non solo per il sapere, ma anche e soprattutto per il saper leggere, per il saper scrivere e per il saper parlare: in altri termini con la spaventosa constatazioine di studenti che non sanno più creare con la fantasia o esprimersi correttamente e sapientemente (fenomeno disarmante che si verifica anche in akltre culture dove il patrimonio classico si è dissolto nel nome di una nefasta globalizzazione al ribasso dei valori dell'intelligenza e della conoscenza: in Cina un proverbio recitava che un libro fa una casa d'oro...ma anche là le cose si smarriscono...). La civiltà delle immagini e dei cellulari si rivela un massacro delle idee, un cattivo uso della tcnologia, uno scempio irrazionale, che conduce ad una pericolissima afasia espressiva, ad una mancanza di spina dorsale ideale e culturale che non depone bene per il futuro dell'umanità. L'intelligenza collettiva dei greci ci manca, ci manca troppo...
Pierluigi Casalino
Pierluigi Casalino