di M.Blindflowers
Ah, e infine, volevo dirti, Caccamo, che non ho dimenticato di bannarti, ma ti ho bannato e risbannato affinché potessi scrivere questo (si veda foto sottoindicata), che la dice lunga sui tuoi processi mentali. Infatti è noto che uno fa un articolo su un blog accessibile al pubblico come Destrutturalismo, affinché tu non ti accorga di ciò che è stato scritto. Ma veramente pensi che io volessi che tu non te ne accorgessi?
http://controcomunebuonsenso.blogspot.it/2017/04/il-seme-bianco-no-grazie-non-ci-sto.html#.WOvbErhIqt9
Il Seme Bianco? No, grazie, non ci sto!
Di Mary Blindflowers© |
Libro che non vedrà mai la luce con questo editore per volontà dell'autore. |
Ora vi racconto una bella storia vera.
Nel mese di febbraio tal Michele Caccamo, direttore editoriale del Seme Bianco, definito a gran voce e con grande clamore pubblicitario, partner Castelvecchi, grande editoria, e via dicendo, mi contatta dicendomi che il mio libro, La Stella Nera di Mu, è stato approvato per la pubblicazione, che avrei ricevuto un contratto regolare tra una decina di giorni e che verso fine febbraio avrei avuto la pubblicazione effettiva. Bene. Aspetto il contratto.
Intanto Caccamo in conferenza stampa annuncia i primi titoli della sua casa editrice, tra cui il mio, senza avere un contratto firmato. È sicuro di sé.
Passa febbraio e non vedo né libro né contratto, tant'è che della pubblicazione, non avendo molta fiducia in questo personaggio, non dico niente neppure agli amici. Caccamo poi assieme a Luisella Pescatori che lo affianca nella direzione della casa editrice, mi contatta dicendomi che hanno già fatto la copertina, una copertina tristissima tra l'altro, color crema stantia, standard, uguale per tutti i romanzi della stessa collana. Gli dico che non mi piace. Rispondono entrambi che la copertina è quella e non si può cambiare e che la dovrei anche mettere su fb, nel mio blog, pubblicizzando il libro e taggando pure gli amici. Mi sembra strano che un editore ti inviti a pubblicizzare la copertina di un libro per il quale non ti ha mostrato nemmeno il contratto, dando per scontato che tu lo firmi e lo accetti senza neppure discutere civilmente le condizioni. Siccome il pregevole direttore editoriale insiste, posto la triste copertina, taggo e faccio sapere che insomma, il mio libro col Seme Bianco è in preparazione. Passa marzo, i bulbi cominciano a cacciare i loro fiori colorati ma del contratto neppure l'ombra. In compenso la Pescatori mi fa sapere che loro non correggono i refusi, ci deve pensare l'autore. Bene. Correggiamo i refusi. Ho lasciato apposta nel testo un'annotazione tra parentesi di correzione refusi. Non se ne sono accorti. Nell'impaginato che mi hanno mandato c'era ancora, a dimostrazione che sul testo non lavorano per nulla, confermato, i refusi non solo non li correggono, ma neppure danno una ricontrollatina, altrimenti le notazioni tra parentesi le avrebbero viste e levate. Ma stavano ancora lì, pure segnate in grassetto, quindi parlare di svista non sarebbe corretto.
Andiamo avanti. Arrivato aprile alcuni amici che avevano prenotato il libro, incuriositi dalla trama e dal titolo, mi scrivono: ma il libro? Giro la domanda alla Pescatori che diventa scostante, al limite della maleducazione: Noi abbiamo i nostri tempi, bella stella, fa' la brava. Le faccio notare che l'amicizia dura se la notte non è scura, al che lei, fingendo di non capire, mi ha risposto che non siamo amici, mi hanno solo pubblicato un libro... Esatto, ha usato proprio quest'espressione e il participio passato del verbo pubblicare, ossia pubblicato, come se io avessi accettato e firmato un contratto. Mi fa anche sapere, con malgarbo, che loro non solo non correggono i refusi, ma non organizzano neppure presentazioni, insomma, ci deve pensare l'autore. Certo un autore che aspetta da febbraio e non sa il prezzo di copertina del libro, non sa quando esattamente verrà stampato, non vede un contratto, ha un attimo di difficoltà organizzative. Cosa dice alla libreria, alla galleria, all'associazione dove verrà presentato il libro? Non so quando esce, il contratto non l'ho visto, non so quanto costerà, non so un fico secco, mi organizzi una presentazione?
Siamo al livello di barzelletta.
Il bello è che quando faccio domande all'editore, cioè al guruCaccamo, mi risponde: Pinna, (eh sì, lui mi chiama solo per cognome, per ribadire il suo ruolo di leader indiscusso), tu fai troppe domande, lasciaci lavorare in pace e i tuoi post su fb sono disturbanti per noi. In pratica mi dice che, siccome lui si degna di pubblicarmi un libro, devo stare zitta e non sapere nulla nemmeno sul mio stesso libro e non esprimere opinioni personali sui social, per non risultare antipatica.
La Pescatori fa anche di più, precisa che ci sono delle "norme comportamentali" da seguire per proseguire il rapporto con loro. Usa proprio queste parole, "norme comportamentali", precisando che a Pinna, ossia io, Michi, che sarebbe il modo in cui lei chiama Caccamo, preciserà ben presto quali sono queste norme.
Allora mi riscrive Michi Caccamo, dicendomi in sintesi che Pinna a casa sua, di Caccamo, non può fare domande e non si devono avere dubbi perché il dubbio non è una cosa buona.
Mi viene a questo punto un dubbio: ma come sarebbe, mi pubblica un romanzo basato sul dubbio e mi dice che non devo avere dubbi, ma l'ha letto bene? Ha capito cosa scrivo? Evidentemente no.
Finalmente arriva l'impaginato. Noto che la Luisella bella impaginando ha fatto degli errori, eh sì, errori che non erano presenti nel testo originario, per esempio delle parole tagliate che nel file che le avevo dato erano intere. Poi non ricordandosi di avermi scritto (ho conservato tutti i messaggi) che il testo conteneva pochissimi refusi, mi dice bellamente che ho fatto un sacco di refusi. Le faccio notare che i refusi sono miracolosamente nati dopo la sua impaginazione tagliaparole e su questo non rispondono più, dicono solo che lo devo ricontrollare per l'ennesima volta e mandarglielo corretto. Santa pazienza! Bene, ricorreggiamo. Ricorretto mi mandano l'impaginato e il contratto.
Finalmente riesco a capire la formuletta magica di questa mirabolante, fantastica e innovativa editoria, fai cento e vai in libreria, sì, fai cento. Devi vendere 100 copie di cui non percepirai un soldo di diritti d'autore, perché verrai pagato solo a partire dalla copia 101, che verrà stampata solo se vendi 100 copie che non staranno in catalogo libreria, ma solo nei circuiti on line, in più non avrai diritto nemmeno ad un libro in omaggio prima di aver venduto 100 copie, in pratica devi andare in giro come una perfetta minchiona, a spese tue, ovvio, per presentare un libro su cui non percepirai il becco di un quattrino. E ti tengono legati per ben 5 anni con questo improponibile e vergognoso contratto capestro che diventa ancora più ridicolo considerando che io ho un curriculum di pubblicazione di tutto rispetto, mentre personaggi usciti dal nulla, che non hanno pubblicato niente, sono stati inseriti, loro sì, nella collana Emersioni di Castelvecchi di cui Caccamo è editor. Gli ho chiesto anche come mai io devo fare cento per andare in libreria, mentre i soggetti x e y, spuntati dal nulla e senza praticamente curriculum, vanno direttamente in libreria senza problemi e senza fare 100. Mi ha risposto che non è lui il padrone di Castelvecchi, insomma in poche parole se hai agganci vai dove vuoi, anche se non hai pubblicato mai nulla, se invece sei un povero sfigato scrittore che ha pubblicato una ventina di libri, tra cui anche saggistica, ma non ti raccomanda nessuno, vai nella collana dei minchioni fai cento e vai in libreria, ossia cerca di vendere 100 libri per la gloria in modo da permettere a Caccamo di fare editoria "rivoluzionaria". Ovviamente i 100 libri stampati nella collana del Seme Bianco, non andranno neppure nei cataloghi per le librerie. In pratica il libraio non verrà invitato ad ordinare il tuo libro, dato che non è neppure in catalogo. Forse sperano che uno scrittore, pur di andare in libreria, sia disposto a comprarsi le 100 copie?
La tanto capillare distribuzione millantata da Caccamo con Messaggerie in tutta Italia è destinata soltanto agli amici degli amici, i cui libri ovviamente stanno in catalogo fin dalla prima copia, perché il talento in Italia (Caccamo stesso ha detto che so scrivere bene), non conta un fico secco.
Ebbene io il contratto del Seme Bianco non lo firmo, dico no, perché ho bisogno di un editore vero che paghi al suo autore i diritti fin dalla prima copia e che instauri una comunicazione rispettosa ed educata, scevra da superomismi, un editore che non ti dica, bella stella, fa' la brava, troppe domande, perché le stelle stanno in cielo e quelli che fanno i bravi al 90% sono dei deficienti che non si interrogano e abbassano lo sguardo di fronte alle prepotenze del padrone. No, Caccamo, non ci sto! La mia stella nera non ha bisogno di te, troverà un altro firmamento su cui saggiamente risplendere e se sarà destinata all'oscurità, non importa, meglio essere Nessuno che fingere di essere qualcuno, uno dei tuoi qualcuno qualunque.
E in quanto alla puerile obiezione che nel tuo sito si capiva benissimo che tu delle prime cento copie vendute non paghi niente all'autore, ti invito a visionare e a ingrandire questa piccola foto, fatta da me al tuo sito, che serve da promemoria e fa capire come tu dica semplicemente che vendute cento copie, il libro va in distribuzione in libreria. Non dici che i diritti all'autore per le cento copie vendute non verranno pagati:
Ah, e infine, volevo dirti, Caccamo, che non ho dimenticato di bannarti, ma ti ho bannato e risbannato affinché potessi scrivere questo (si veda foto sottoindicata), che la dice lunga sui tuoi processi mentali. Infatti è noto che uno fa un articolo su un blog accessibile al pubblico come Destrutturalismo, affinché tu non ti accorga di ciò che è stato scritto. Ma veramente pensi che io volessi che tu non te ne accorgessi?
http://controcomunebuonsenso.blogspot.it/2017/04/il-seme-bianco-no-grazie-non-ci-sto.html#.WOvbErhIqt9
controcomunebuonsenso.blogspot.it
Blog collettivo di controcultura, arte, poesia, e contro comune buon senso. By Mary Blindflowers
|