I filosofi e i fotografi in una sorta di mix inconsueto ed inedito prendono nuova coscienza della notte, quasi per riscoprire la magia di un universo, che è il contrario del giorno, ma che si conferma sempre di più fragile e ormai minacciato dai fumi della civiltà moderna con le sue insidie tecnologiche. La notte moderna, infatti, diventa praticabile in ragione dei dispositivi di illuminazione, che implicano però il rischio di sfidarne il mistero e di inquinarlo, facendone un servo triste del giorno.Se si rilegge LES NUITS DE PARIS OU LE SPECTATEUR NOCTURNE (1767-1787) di Restif de La Bretonne (1734-1806), ci si fa l'esperienza individuale e profana di come veniva intesa la notte nel XVIII secolo, quasi prendendo le specie del gufo. Fu così che la notte divenne moderna e inquieta, oltre che enigmatico modello di ricerca. Oggi girovagando per tutte le città del mondo si colgono le stesse sensazioni, gli stessi spettacoli, gli stessi scenaricon immagini che inclinano all'impressionissmo.Forse solo in Iran la notte resta legata al suo vecchio stile. Dall'oscurità, secondo Rousseau, discende l'ineguaglianza degli uomini. Oggi la realtà notturna non comporta più tale differenza, ma ci propone la confusione delle categorie, mischia le classi. Il fascino della notte resta intatto, se pur alterato dalla nube inquinante dell'industria e della preoccupante mancanza di logica. Resta l'eterno mondo fragile e seducente su cui si fonda la voglia di uscire a rivedere la luce, momento straordinario di conoscenza.
Casalino Pierluigi
Casalino Pierluigi