ROMA – MIBACT - S.L.S.I.
EVENTO OVIDIO
UNA CARTELLA SU: "OVIDIO VERSO IL BIMILLENARIO DELLA MORTE" DI PIERFRANCO BRUNI, NERIA DE GIOVANNI, MARIA MILVIA MORCIANO e MARILENA CAVALLO
Pierfranco Bruni; "Una lettura di Ovidio: dalla classicità alla sua presenza nel Novecento delle letterature dei linguaggi"
Ovidio verso il Bimillenario. Ovidio nel Novecento letterario. Un lavoro curato da Pierfranco Bruni. È stata realizzata la Cartella dedicata ad Ovidio con la quale si avviano le Celebrazioni sul Bimillenario della morte del poeta latino.
La Cartella è costituita, con una veste elegante, da nove schede redatte dagli studiosi ed esperti di letteratura che rileggono le arti amatorie e le metafore di Ovidio, nato in Italia e morto in Romania.
Un percorso che intreccia i diversi aspetti dell'Opera di Ovidio con una chiave di lettura che guarda ad una collaborazione con il mondo della scuola. Classicità e identità.
Il lavoro è stato realizzato per volontà del Sindacato Libero Scrittori Italiani e rientra nell'ambito del Progetto Etnie del Mibact curato da Pierfranco Bruni, Responsabile del Progetto.
Il suo linguaggio latino costituisce una indicazione precisa che è quella della ripresa della cultura classica attraverso poeti che hanno rappresentato punti di riferimento.
Per salvare la cultura italiana occorre ripartire dal latino. Il lavoro verrà presentato anche in Romania in occasione del Bimillenario della morte di Ovidio.
La Cartella porta i contributi, oltre che di Pierfranco Bruni, di Neria De Giovanni, Presidente dell'Associazione Internazionale dei Critici Letterari, Milvia Morciano, archeologa e studiosa di culture classiche e Marilena Cavallo, docente di Letteratura Liceo Moscati- Grottaglie.
L'obbiettivo è quello di aprire un articolato dibattito con lo scopo di salvare la classicità della cultura italiana.
Pierfranco Bruni: "Si tratta di un lavoro che propone una lettura comparata di Ovidio: dalla classicità alla lingua poetica come modello antropologico sino a scavare sulla presenza di Ovidio nel Novecento.
La classicità, secondo Bruni e De Giovanni, bisogna cercare di recuperarla attraverso la proposta di una tradizione che ha come base sia la forza linguistica sia quella estetica. Soprattutto la lingua latina ha una marcata matrice letteraria che permette da dare un senso alla classicità del testo. Questo significa però che occorre scavare nei testi. Dalla classicità archeologica a tutto il Novecento italiano.
Una iniziativa importante che nasce all'interno del Progetto Etnie, curato da Pierfranco Bruni, del Ministero beni attività culturali e turismo.
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...