Kraftwerk all'Arena,
uno show in stile «Matrix»
Proiezioni in 3D per lo show dei musicisti tedeschi considerati i pionieri dell'elettronica. L'unica data italiana a Verona, subito sold-out poltrone e poltronissime
Verona Non uno schermo ma un enorme display su cui scorrono incessantemente numeri binari, ipnotiche immagini in computer graphic, effetti digitali. Da guardare con occhiali 3D. L'unico concerto italiano del 2016 del Kraftwerk (Centrale Elettrica, i pionieri dell'elettronica) è un'esperienza multisensoriale che non si dimentica facilmente.
Anche se della storica band di Düsseldorf il solo rimasto è Ralf Hütter (Florian Schneider, Wolfgang Flür e Karl Bartos sono stati sostituiti da Henning Schmitz, Fritz Hilpert e Falk Grieffenhagen) il loro «robot pop» non è cambiato. Si è semmai evoluto in una techno più sofisticata. I novemila dell'Arena sembrano replicanti in un drive-in, invece dei sedili delle auto affollano poltrone e poltronissime (le prime a essere andate sold-out) sulle quali balleranno compostamente seduti per tutta la durata dello show. Si parte con «Numbers» e le serie di numeri in stile Matrix che attraversano lo schermo, poi è una cavalcata di suoni, percussioni sintetiche, loop dal quale il pubblico si lascia travolgere. Un'ora vola, il quartetto fa una pausa prima di riattaccare con i suoni perfetti di «The Man-Machine». Su «Spacelab» un'astronave (virtuale) atterra nell'Arena mentre comincia a cadere qualche goccia di pioggia che non rende però scivolosa «Autobahn», né «Tour de France» (con piccola ovazione sulla sequenza con Fausto Coppi).