Le mire della Germania nazista verso Afghanistan.

Sulla questione e in particolare sull'atteggiamento della Russia
sovietica nei confronti delle mire tedesche verso l'Afghanistan
esistono numerosi documenti riservati della diplomazia tedesca, in
particolare dell'ambasciata del III Reich a Mosca. Documenti del
rappresentante di Berlino nella capitale sovietica datati 14.11.1939 e
18.11.1939 sono assai significativi per comprendere il pensiero della
Russia a riguardo dell'influenza tedesca in Afghanistan. Stalin non
sembra avesse riserve su tale influenza: Molotov non sollevò mai,
infatti, alcuna "obiezione di principio" in proposito nei contatti con
la diplomazia tedesca. I rapporti tra l'Unione Sovietica e governo di
Kabul furono fino alla metà del 1940 molto tesi. La forte
concentrazione di truppe sovietiche al confine afghano sembravano
indicare, secondo fonti del paese asiatico, che l'URSS era
eventualmente pronta, nel corso di disordini in Afghanistan, a
invadere il nord del paese. Solo dopo il ritiro delle truppe tedesche
dal confine a metà del 1940, le relazioni tra Mosca e Kabul
migliorarono fino ad un certo grado. Il leader afghano Abdul Majid
disse che si era diffuso il sospetto che la Germania volesse soltanto
sfruttare gli stati del patto di Saadabad e fosse pronta a lasciar
mano libera ai russi se ciò fosse stato in linea con la politica
tedesca. Del resto Hitler ebbe a far presente che "l'Afghanistan ed
altre piccole nazioni...se liberate dalla paura della Russia avrebbero
collaborato con noi". Già, però, le condizioni della linea afghana
stavano cambiando e il fatto che il governo afghano respingesse la
nomina dell'addetto militare tedesco a Teheran munito di analogo
incarico a Kabul testimonia lo scivolare su posizioni neutrali
dell'Afghanistan per paura delle reazioni britanniche. Una neutralità
che Kabul riuscì a mantenere fino alla fine della guerra. Ma sta di
fatto che, dopo l'occupazione inglese, non ci furono più possibilità
per la Germania di influenzare la politica afghana.
Casalino Pierluigi, 21.11.2015