Quando scocca la scintilla della conoscenza si accende la luce della
ragione, una fiamma che si propaga come notizia senza fine che come la
Fama dai Cento Occhi pervade il mondo. Da Prometeo ad Ermes dunque.
Nella notte risplendente di fuochi, una breve pace concorde discende
tra gli agitati rumori, gli scontri, gli impeti, il sangue, le
passioni, le fughe della guerra, l'attesa spasmodica di una tregua,
l'ansia di una pace difficile che non arriva. Attorno ai fuochi
accesi, gli uomini e le donne si stagliano a gruppi visibili nella
notte serena, mentre l'aria è percorsa da un mormorare di voci come un
battito d'ali di falene; ogni tanto qualcuno intona una canzone. In
una notte così intatta e tranquilla, questa veglia quasi simbolica,
tra il reale e il surreale, non è certo una veglia d'allarme; nessuno
farà imboscate, non occorre spiare il nemico. Così si veglia
semplicemente per essere "presenti" al mondo della notte, mentre i
fuochi che ardono come stelle di pianura non sovrastano l'ombra, ma la
rendono più intensa e più viva, raccogliendola in un calmo palpitare
che sembra riconciliato per sempre con le volontà tese e diritte della
coscienza eroica. Questo è il senso del fluire del tempo,
dall'ignoranza oscura alla luce della conoscenza. E così tra gli
uomini e nella Storia.
Casalino Pierluigi, 21.11.2015
ragione, una fiamma che si propaga come notizia senza fine che come la
Fama dai Cento Occhi pervade il mondo. Da Prometeo ad Ermes dunque.
Nella notte risplendente di fuochi, una breve pace concorde discende
tra gli agitati rumori, gli scontri, gli impeti, il sangue, le
passioni, le fughe della guerra, l'attesa spasmodica di una tregua,
l'ansia di una pace difficile che non arriva. Attorno ai fuochi
accesi, gli uomini e le donne si stagliano a gruppi visibili nella
notte serena, mentre l'aria è percorsa da un mormorare di voci come un
battito d'ali di falene; ogni tanto qualcuno intona una canzone. In
una notte così intatta e tranquilla, questa veglia quasi simbolica,
tra il reale e il surreale, non è certo una veglia d'allarme; nessuno
farà imboscate, non occorre spiare il nemico. Così si veglia
semplicemente per essere "presenti" al mondo della notte, mentre i
fuochi che ardono come stelle di pianura non sovrastano l'ombra, ma la
rendono più intensa e più viva, raccogliendola in un calmo palpitare
che sembra riconciliato per sempre con le volontà tese e diritte della
coscienza eroica. Questo è il senso del fluire del tempo,
dall'ignoranza oscura alla luce della conoscenza. E così tra gli
uomini e nella Storia.
Casalino Pierluigi, 21.11.2015