L’11 settembre non solo è una data storica equivalente come punto di non ritorno e mutazione globale diciamo alla fine della seconda guerra mondiale. E’ anche una porta con effetti irreversibili sulla cultura contemporanea, anche quella cosiddetta Alternativa.
L’11 settembre ha accelerato quel che già la rivoluzione elettronica e il postmoderno segnalavano rispetto al Novecento: la fine dell’ideologia, codici politici finalmente liquidi, relativi, il linguaggio stesso non più atomo indivisibile, nominalista e letterale, ingenuo realista, ma finalmente quasi simbolico, semiotico, parole in libertà e libere. La fine anche della cultura del 68 ridimensionata e smascherata proprio dopo l’11 settembre che ha rivelato la crisi dell’Identità europea ormai senza più maschere, la mistificazione di molta cultura alternativa, la vacuità persino pericolosa delle vecchie analisi anticapitalistiche.
I limiti anche del Tecnocapitalismo stesso, giovane stupefacente ma fragile: ma il decesso stesso simultaneo dell’alternativa anticapitalistica tout court, miraggio ormai più di generazioni viziate e figlie del benessere che delle sacrosante ingiustizie subite dai postprolet…
Molti han compreso non tanto o solo la vulnerabilità del Big Brother positivo americano e occidentale, ma il valore della libertà, della democrazia in senso concreto: non solo una bella opera d’arte da contemplare ma da difendere. E, ovvio, analisi di dogmi alternativi senza più biberon o placente o fanciullini pascoliani come strategie pseudorivoluzionarie.
Il mito del terzomondialismo, delle risorse naturali saccheggiate (mai esistite in sè! Il petrolio senza tecnologie preesistenti dipendenti dall’oro nero era solo liquido puzzolente né sgorgava da sorgenti naturali del deserto…), della società e dell’Occidente responsabili dei mali dell’umanità e delle ingiustizie sociali.
Certamente elementi ancora validi, ma appunto parzialità, in ben altro Pattern o Modello complessivo: dinamiche, fenomeni tutt’oggi apparentemente poco chiari (non da decenni a certo umanesimo scientifico radicale), eppure destinati prima o poi a imporsi proprio per la dipendenza ormai assoluta degli umani dalla tecnoscienza…
E’ insomma crollato il mito dell’antropologia culturale, tecnica degli studiosi per meglio conoscere certa diversità culturale, ma poi, decontestualizzata, manipolazione ideologica per strumentalizzazioni pseudoalternative, incapace tale filosofia politica di distinguere tra la coca cola e la bomba atomica, tra magari la musica primitiva come nuovo e diverso valore culturale e i flauti aborigeni realizzati con ossa umane (solo iperbole neppure esatta ma indicativa nella metafora).
Tutto è certamente cultura, ma nei fatti esistono valori culturali biofili e altri necrofili o giù di lì: l’11 settembre ha rivelato al mondo, certa necrofilia potenziale inedita dei Paesi extraoccidentali extratecnologici: i kamikaze integralisti islamici sono fatti assolutamente inediti nella storia umana (i giapponesi storici agivano con altre motivazioni e con obbiettivi militari..). Imperialismo o Colonialismo storici son spiegazioni riduttive: lo choc del futuro, la globalizzazione in quanto meri fenomeni storici, l’avvento di Internet, quasi una macchina della Luce che irradia la globalizzazione.., sono non la causa ma le dinamiche che han scatenato la reazione dei popoli più esposti allo choc del futuro, quelli extratecnologici.
Senza Internet o la Televisione satellitare, probabilmente non ci sarebbe mai stato un 11 Settembre!
Ipotesi, ovvio, ma le verità son sempre ipotesi: in ogni caso, sebbena ancora in modo crepuscolare, l’Occidente più evoluto prende sempre più coscienza della Diversità Culturale nel senso concreto della parola: un conto è la cultura artistica e simbolica di molte aree extratecnologiche, un conto sono i valori invece etici e giuridici di tali aree stesse, autoritari e totalitari, teocratici e-o animistici, guarda caso prive di democrazia o tecnologia… E la cosiddetta Civiltà, nonostante il Relativismo rozzo e suicidale anche dominante è qualcosa ancora di diverso rispetto alla Cultura. Anche Adolf Hitler aveva un minimo di cultura artistica!
Paradossalmente, questa mutazione d’analisi innestata defintivamente dall’11 Settembre sembra più chiara spesso (oltre a certo umanesimo scientifico, che già prevedeva fin da Huxley, Einstein e Freud di adattare le strutture poltico-economiche all’evolzuione scientifica, anche per quel che riguarda l’Etica e i Valori…) a livello - diciamo dell’Uomo Medio – a esperienze e loghi politici non progressisti (soprattutto in Europa…)…. Oppure, per fortuna, anche a Progressisti o Radicali autentici in certo modo da un pezzo affrancati dai Miti dell’Anticapitalismo.
Purtroppo, proprio l’11 Settembre ha smascherato, come si accennava, il vero volto di molta cosiddetta cultura alternativa: nel nome di ideali condivisibili ma astratti e comunque ridotti a slogan, incapaci delle necessarie articolazioni nella complessità non rimuovibile, la Pace o l’Uguaglianza (Valore giuridico sia ben chiaro ma non dogmaticamentte psicologico o culturalista) o anche la Solidarietà, certo mix umanesimo, religione, politica, collettivismo totalitario (mai l’individuo sotto la lente degli alternativi…).
Tale ancora quasi misconosciuta dinamica letteralmente orwelliana, è feconda particolarmente in Italia (purtroppo anche un non banale Bifo), dove intellettuali o giovani, quasi cloni dei Padri della mitologica rivoluzione sessantottarda (con cattiva pace peraltro degli stessi Marcuse eccetera) anziché elaborare critiche razionali provenienti dall’arsenale rivoluzionario possibile di secoli di scienza e tecnologia, proprio negli ultimi decenni esploso metaforicamnete con la rivoluzione cibernetica e informatica, son regrediti a certa New Age ancora antisistema sconcertante, antioccidentale anticiviltà:nanorivoluzinari nel senso dei nani della favola – non post nanotecnologie…; magari con le Nike e i Raj Ban e tatuaggi firmati, tutti alla ricerca dell’Eden perduto.
Han sostituito Woodstook o Mao con infinite terre promesse africane o persino arabe. Se si trasferissero dopo una settimana in quelle aree non ne sapremmo più nulla o…. tornerebbero subito all’aeroporto!
E passino persino i No Global già mitizzati: son giovani e ribelli, ma nei giornali o nell’Intellighenzia ecco i soliti cattivi Maestri, incapaci di dire Sì al mondo, perchè le loro utopie si son frantumate e non esistono, depressi e accidiosi globali: si va dai negazionisti dello sbarco sulla Luna agli inquisitori contro gli OGM (che han già causato in Africa milioni di morti di fame in più per tale propaganda irrazionale- Veronesi docet) ai teorici della cospirazione, secondo cui l’11 Settembre fu una sceneggiata del Governo Americano. E lo dicono ancora anche con Obama presidente, il primo Presidente di colore in tutto il Mondo Occidentale!!! Negli Usa, Regno del Demonio Capitalista e dell’Imperialismo(secondo certa cultura pseudoalternativa!).
Eppur si muove!
*da Controcultura/Supereva, settembre 2009
R.G. http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2009/09/post-11-settembre-scienza-o-barbarie