Per la rockostruzione (più evoluta la parola, il linguaggio è rivelatore, complimenti al recente evento di Mirabello nel ferrarese) post-sisma, molti edifici scolastici lesionati esitano per i tempi immediati tra le problematiche più urgenti.
Si parla anche di strutture universitarie non soltanto delle scuole di grado inferiore e delle elementari o persino materne.
Fermo restando una corretta distribuzione delle risorse previste e una altrettanto gestione della ricostruzione altrettanto limpida (il chè solo ingenui, quando c'è di mezzo la politik, posssono darlo per scontato), una soluzione neppure provvisoria, ma paradossalmente innovativa può benissimo veniire (se ben pianificato e organizzato) direttamente dal Web.
O meglio utilizzando ad hoc la Rete....
Neppure fantascienza o utopie pedagogiche. Molti esperti da anni propongono soluzioni simili, spesso inascoltati dagl amministratori e da certa anche casta dei..Professori ( e delle case editrici dei libri di testo scolastico): invero neppure dalle famiglie e anche dagli studenti, che tacitamente privilegiano magari la conservazione dei vecchi palinsesti (i figli a scuola sono anche rotture di scatole in meno, deleghe facili, l'educazione conoscitiva anche un pretesto), le prime, mentre i secondi sembrano ancora, nonostante la net-generation ormai prossimo target elettorale- metapoliticamente legati a battaglie di retroguardia deja vu...
Brevemente anzichè immaginare e agire per una mera ricostruzione o costruzione ex novo di edifici scolastici, sarebbe da diversi punti di vista più utile e evolutivo, decidersi a utilizzare il Web come complementarietà concreta, attiva ed operativa al Sistema Scolastico in generale.
Meno edifici, meno costi pubblici, anche per il trasporto e le bollette , meno traffico e meno spese anche per gli utenti tutti, docenti e studenti... Come? Attraverso ovvio una visione non più orizzontale, meccanica del sistema scolastico, riflesso ancora di una filosofia pedagocica novecentesca basata più sul modello della catena di montaggio e i suoi ritmi, orari e calendari fissi e così via, per creare comunque burocrati del sapere o del lavoro applicato, anzichè personaltà creative....
Non ha più senso nelle società complesse, distillare il sapere solo in tal senso. Pur con variabili diverse a seconda del grado scolastico.
Per le superiori e l'università comunque-- almeno la metà dei programmi scolastici- può benissimo prescindere dalle lezioni concrete in edifici concreti: molto nozionismo ma non solo può essere dislocato direttamente in una piattaforma web, tipo videoconferenze interattive, con interfaccia diretta tra docenti e studenti.
Soltanto le lezioni più conoscitive e creative domandano l'interfaccia reale nella vita reale e in edifici concreti tra studenti e docenti, oltre naturalmente le scadenze d'esami. Sarebbe una democratizzazione concreta delle dinamiche autorità- ragazzi/studenti, una visione verticale anche, intensa e persino desiderata in tal prospettiva, senza il mito della costanza che poi è sempre percepita, anche quando non lo è, come strategia subliminale di controllo. Più semplicemente, vedersi direttamente di meno (in particolare alla superiori, ma non solo), relativizza le dinamiche didattiche, ammorbidisce i fatali conflitti generazionali, favorisce l'educazione alla creatività e il piacere anche d'insegnare ed apprendere.
Per le scuole invece degli altri gradi inferiori, tale nuova prospettiva, domanda dei filtri per comunque il ruolo in sè non banale delle scuole di gestire il tempo delle famiglie, dove spesso entrambi i genitori lavorano anche di pomeriggio. In tal senso tuttavia, la fine degli orari e calendari fissi, di una presenza costante nel mondo reale di studenti, maestri, professori in edifici concreti resta l'anno zero: bastano settimane scolastiche ridotte anche qua, 3- 4 giorni al max, il resto dislocato on line. Semmai ecco che come opzione alternativa alle famiglie impossibilitate, la costruzione mirata di nuovi edifici alternativi di quartiere, molto vicini a casa, come scuole web, per ottimizzare comunque le risorse (oltre a quelle umane di cui prima) rispetto all 'idea di vecchi edifici concreti operativi 6 giorni alla settimana!
Ovviamente, si prenda, quanto sopra, quasi come poco più di un braistorming (ma fino ad un certo punto), aggiungendo in tale prospettiva una certa complementarietà fondamentale che presuppone la fine della dittatura quasi di case editrici scolastici e di libri di testo spesso inutili e superflui, solo nell'interesse delle prime e magari di professori compiacenti. Si favorisca come già un poco avviene, l'avvento di libri di testo anche direttamente dal web, risparmi per famiglie e studenti evidenti e certamente non banali.
Va da sè, tale prospettiva web didattica lo stesso ben noto Alvin Toffler, futurologo, la auspicava fin dagli anni '80! Come per il Telelavoro pubblico e privato....
Roby Guerra/Azione Futurista Ferrara
***ANTONIO SACCOCCIO LIBERI DALLA FORMA