Paolo Melandri "Poesia Oggettiva"

*by PAOLO MELANDRI  

Paesaggio

Sovrana libertà dei dieci tigli

presso le mura! Quanto di qui è breve
la fuga dei comignoli rossastri
sui tetti, verso loro! Quattro tetti,
o cinque, ed ecco il verde ancor compatto,
quasi color smeraldo, di quei tigli
che a fine maggio odorano, ed ai primi
di giugno, dolce tempo di vacanze
ancor solo annunciate, anche più dolce
delle vacanze stesse! Se mi volgo
così alla mia sinistra, vedo i tigli.
Ma sta alla destra, sopra i tetti e presso
la chiesa una gru gialla, e alla sua destra
un’altra le è compagna, anche se esclusa
dalla fuga dei tetti alla mia vista.
E sempre le ho compagne, le gru gialle,
mentre qui siedo e scrivo, orrendi mostri
come relitti-macchine d’assedio
o somiglianti agli argani d’un porto.
In petto a me biancheggia ampio cortile
a forma di rettangolo allungato,
sopra le case v’è un giardino pensile
e spesso – anche ora – un uomo vi s’affaccia
ad innaffiar le piante fra i frulloni.
Sì, perché all’uomo piacciono i frulloni.
Nel suo giardino ha rose e anche geranii
    distintamente vedo – e, come spesso,
  • lo scarabattolar di tapparelle,
da una tv lo speaker parla ancora
dell’urgente manovra. Ma un gatto
accoccolato sul sofà si stira
e chiude i suoi begli occhi in un saluto.
Or tacciono gli uccelli, o parlan piano
e fitto in lor latino: ad uno storno
altro storno risponde e “buonanotte”
annunzia e l’altro “buonanotte” sponde.
Il diprezzato canto delle zanze
di qui non odo,
né il morso lor m’ancide.
Se brina afferrerà le tue finestre,
grazie tu renderai alla notte scorsa.
Paolo Melandri
6 settembre 2011