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Paolo Giardini-Metodo Trucker Made in Ferrara


Molti ricorderanno la vicenda dei fantastici tubi
Trucker. E avranno notato la conformità a un cliché, paradigmatico di realtà contemporanee ripercorrenti il seguente canovaccio:

1 - si realizza un apparecchio inutile aggiungendo funzioni inutili a funzioni utili;

2 – un’ossessiva campagna pubblicitaria reclamizza le funzioni (inutili) dell’apparecchio venduto a prezzo vertiginoso, ma che si “ripaga da solo” per i vantaggi che offre;

3 – è distribuito da una struttura di vendita piramidale che offre lauti guadagni ai venditori (selezionati fra i gaglioffi o fra chi autonomamente non capirebbe mai dove sta l’imbroglio);

4 (item opzionale raramente applicato) – l’autore va in galera dopo un processo per truffa, a seguito di un servizio di Striscia la Notizia o di denunce di eventuali clienti usciti dalla trance.

Nel caso Trucker l’ideatore è finito in prigione, ma direi che i giudici hanno calcato la mano, non tenendo conto delle implicazioni socioculturali, oltre al fatto che è innegabile che i tubi Trucker fossero veri tubi, deditiu onestamente alla funzione tubiera: il combustibile immesso da una parte usciva regolarmente dall’altra non trattenendo nulla. Ce ne fossero al mondo di sistemi entra/esce senza prelievi nel passaggio! I giudici invece si sono soffermati su aspetti marginali quali la proprietà di raddoppiare il rendimento della caldaia che riceve il combustibile passante per quel tubo. Hanno voluto vederci la truffa e non l’innovativo esperimento, attivato commercialmente dall’effetto placebo, visto che solo un deficiente può credere nella crescita del potere calorifico del combustibile che passa in un pezzo di tubo magnetizzato da elettrocalamite. A meno che non intervenga, appunto, l’effetto placebo sull’acquirente del tubo. Quando si è disposti a pagare cifre sbalorditive per l’acquisto di un oggetto prodigioso, si è portati alla fiducia per i benefici del prodotto e tendenzialmente a vederli anche se non ci sono. Funziona così anche per le bustine dimagranti e per gli stracci griffati nelle boutiques, no? Ma funziona anche, ed è qui l’importanza sociologica dell’effetto Tucker-placebo, per motivare la presunta necessità di organizzazioni sindacalie amministrazioni pubbliche aventi requisiti analoghi ai 3+1 punti del canovaccio. Ripercorriamone un esempio:

1 – si progetta un ente superfluo tipo ATO, SOT, Holding, avente compiti sottratti a quelli comunali o inutili da inventare ex novo, lasciando intatte le spese della struttura originaria a carico dell’utenza;

2 – una campagna pubblicitaria per niente ossessiva, anzi, sottotono, avvisa che per il futuro si sarà obbligati a tener conto della nuova realtà inutile (cioè a pagarne i costi);

3 – i non servizi offerti sono distribuiti da una struttura piramidale che comprende una presidenza, direzione e impiegati di contorno, tutti selezionati fra chi riesce a non distinguere un’autocisterna da un’autobetoniera, trova suggestivi i policlinici nelle paludi, accetta senza problemi il carato nelle unità di misura delle offerte di bici e ponti pedonali e con vivo entusiasmo accetta la valuta del Monopoli in pagamento delle reti gas vendute alle spa;

4 - (item opzionale finora mai applicato) – un test in doppio cieco sull’elettorato rivela che la necessità di sopportare quei papocchi dipende tutta dall’effetto placebo, gli ideatori vengono condannati a guadagnarsi il pane lavorando. In preallarme la Caritas per rischio morti d’inedia.

 

Paolo Giardini

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