Memorie del cuore di Ugo Colla, Rupe Mutevole Edizioni

http://lasinorosso.myblog.it/media/00/02/1495630248.jpeg“Andò così./ Nelle gelide sere/ ci piacque il tepore di certi locali/ della vecchia Sestri che nell’arredo,/ nonostante il mare vicino,/
ricordano baite alpine./ Bastavano amabili frasi/ come foschie leggere/ nel buio di vicoli deserti/ e nell’auto sentirsi avvolgere,/ nel
volo di mani ansiose/ ritrovare antico calore.// Ma poi venne un tempo migliore/ quando è inutile stare abbracciati,/ si ha voglia di
correre, nuotare/ […]” – “Un inverno”

Quel verso iniziale “Andò così.” che argina le sequenze del tempo in un passato voglioso di essere
rimembrato dall’io, in un passato che a passi brevi si addentra nel mondo del ricordo. Una città ligure, Sestri, scissa nella cura alpina
dell’arredamento e dal paesaggio visivo prettamente marittimo. Voglie amorose che si rispecchiano nelle stagioni ed un “Ma poi” iniziale
della seconda strofa che riprende la conseguenza della successione dei momenti.

“Memorie del cuore”, edito nel 2010 dalla casa editrice
Rupe Mutevole Edizioni nella collana “La Quiete e l’Inquietudine” curata da Silvia Denti, è una silloge poetica scritta tra il 1981 ed il
2009 da Ugo Colla(1953, Genova). La raccolta consta di 78 pagine con iniziale prefazione della curatrice della collana ed una quarantina di
liriche di diverse estensione e struttura compositiva. Vincitori di numerosi premi poetici, Ugo Colla, non si occupa solo di poesia,
infatti sin dagli esordi si è occupato anche di racconti e soggetti cinematografici.

Liriche che celebrano l’amore per il viaggio e per lo
spostamento, il vedere qualcosa di nuovo ed il sentire internamente delle emozioni che non possono spegnersi nell’attimo in cui vengono
percepite, l’autore rende immortale tali pensieri tramutandoli in versi cercando di enfatizzare i suoi ricordi con parole che riprendono la
sensazione di fresco ma antico nel medesimo momento.

“Lungo, armonioso tragitto/ fra ciottoli e antichi palazzi,/ nell’aria fredda d’un
bianco cielo,/ tra i pochi volti che la nebbia/ fa sembrare riemersi dal tempo,/ verso un tempo di campagne e orti/ lentamente conduce i
miei passi./ E tu immagini che a primavera/ tornino ancora felici dal tennis/ i ragazzi vestiti di bianco,/ in bicicletta, ancora ignari/
della folle tragedia che spense/ quel breve sogno ebreo di gioventù./ […]” – “Corso Ercole I, a Ferrara”

Una Ferrara percepita nel 2009
(data indicata dall’autore), la descrizione della visione dell’occhio con la percezione di un passato ancora presente nelle strade della
città e nel corso preso in considerazione. Un “tu” che potrebbe esser allegorico o presente, ma è un “tu” che richiama anche il lettore
ferrarese all’attenzione dei versi.

“Incerto ma dolce quell’inizio estate del ’71./ Ragazze e ragazzi cantavano “Susan dei/ marinai”,/
scendevano allegri dalle alture/ di una Genova ancora verde, nonostante/ il cemento che insidioso aumentava,/ mentre la gente già cambiava
volti e nomi/ nella Marassi ancora un po’ paese.// Inquiete nell’attesa, in fondo alla strada/ le mamme delle giovani parlavano tra loro/
dell’ora tarda e di quella canzone/ non proprio da educande./ […]” – “Il ragazzo con la chitarra”

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Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe
Mutevole Edizioni