Vittorio Sgarbi Elogio di Tiziano contemporaneo



Che cos’è l’arte contemporanea? È la prima domanda cui deve rispondere il curatore chiamato al Padiglione Italia nella Biennale di Venezia del 2011. Per l’Italia una Biennale speciale giacché corrisponde all’anno delle celebrazioni per il 150° dell’Unità. L’occasione impone di provvedere alla ricognizione ampia e generosa della creatività dell’ultimo decennio, che è anche il primo del secondo millennio. Siamo entrati in un’epoca nuova, e l’arte non può non averne dato segnali, che dobbiamo, con precisa coscienza, tentare di documentare. E mai, prima di oggi siamo stati in condizioni più favorevoli per farlo.
In verità è arrivato anche il momento di dimostrare, oltre le mode e le tendenze, che tutta l’arte è arte contemporanea. Non solo per i prodigiosi annunci, dagli idoli cicladici, alle Steli della Lunigiana, ma per la loro resistenza rispetto al tempo breve della nostra vita. Come non considerare contemporanea la
Tempesta di Giorgione? Sull’argomento si è esercitata ora Elisabetta Rasy, in un bellissimo saggio su un’opera ricca di significati più che di misteri come La Vecchia dello stesso Giorgione. La Vecchia non è e non appare un’opera del ’500, ma una Vanitas, che indica la molteplicità del concetto di bellezza, che va oltre la bellezza fisica, legata alla giovinezza, e «col tempo» ne mostra non solo la caducità, ma la bellezza di ciò che non è più bello. La vecchiaia rende brutte le persone o, meglio, debilita e consuma la loro bellezza, ma non incide sulla bellezza dell’arte.....

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