Vittorio Sgarbi: ricordo di Patrick Ysaebaert

Sgarbi: « Una produzione artistica notevole e memorabile.
Ha accolto subito, con una intuizione felice -  diversamente
dalla magistratura e dalle autorità pubbliche che mostrarono
una inquietante indifferenza - lo spirito  del «Museo della Mafia»
  «Patrick Ysebaert sarà ricordato come il protagonista di una stagione importante. I fermenti culturali di Salemi hanno certamente contribuito a fortificare la sua visione di artista. Amava molo Salemi, tanto che aveva preso una vecchia casa del centro storico per recuperarla.

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Egli ha accolto subito, con una intuizione felice - diversamente dalla magistratura e dalle autorità pubbliche che mostrarono una inquietante indifferenza - lo spirito del «Museo della Mafia», sintonizzandosi subito con l’idea di questa novità, producendo una straordinaria serie di facce di vittime della mafia.


Patrick ha realizzato le vittime di mafia con gli occhi chiusi, monocrome, come se fossero tavole votive, quasi a rappresentarne la condizione di lutto, mentre come fondo c’è una Sicilia lussureggiante, pittoresca, folcloristica. Un’ottima idea compositiva, una serie di straordinaria efficacia, una capacità di sintonizzarsi con un tema forte come quello del progetto della mafia.


Dobbiamo riconoscenza a lui per aver fatto un lavoro non convenzionale e avere concluso la propria esistenza con questa serie di opere in cui vi è in primo piano la mafia, monocroma, e in secondo piano, pieno di colori, il paesaggio siciliano, come se bellezza e morte dovessero occupare un unico spazio in cui evidenziare una contraddizione, tipica della Sicilia, dove il di più di bellezza, il di più di paesaggio, il di più di civiltà, è pagato con il cancro della mafia.


L’intuizione visiva di Patrick Ysebaert rispecchiava questa contraddizione: da un lato l’ammirazione per la civiltà siciliana avendo lui scelto di vivere nell’Isola; dall’altro la riflessione, la meditazione, il drammatico turbamento di fronte ai volti monocromi dei morti di mafia. Quelle esposte a Salemi sono opere che resteranno, che sono parte importante del «Museo della Mafia».


L’amministrazione di Salemi gli è riconoscente anche per il legame di amore alla città. Ed io, nella qualità di sindaco e di critico d’arte, voglio testimoniare tutta la mia ammirazione per una produzione artistica notevole e memorabile. Onore dunque a Patrick perché ha capito meglio di altri il senso dell’impresa - il «Museo della Mafia» – diventandone protagonista»


Il Direttore Artistico del museo, Nicolas Ballario, osserva: «Era un uomo di raro intuito. Mi ha insegnato più cose lui sulla Sicilia di chiunque altro. Mi mancherà moltissimo, posso assicurare che renderemo omaggio a questo straordinario pittore, innamorato di Salemi, che ha dato un grande contributo alla realizzazione del Museo della Mafia». 



l’Ufficio per la Comunicazione

(Responsabile: Nino Ippolito)

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