da Fantascienza Com/Delos
L’affacciarsi di una concreta possibilità d’evoluzione postumana della nostra specie spinge ad altrettanto concrete forme di riflessione sul nostro futuro e, maggiormente, sul futuro delle prossime generazioni. Così come la digitalizzazione ha comportato inizialmente una rimappatura di tutto quello che conoscevamo fino a quel momento (suggerendoci banalmente che la digitalizzazione non portava a nessuna rivoluzione vera ma soltanto a un cambio d’interfacce, salvo poi accorgerci che proprio quella era la vera natura del cambiamento) ora sarà bene, memori della lezione appena ricevuta, cominciare a ragionare sulle implicazioni espressive, linguistiche e lessicali che la nuova umanità dovrà, per forza di cose, impiegare nei suoi interfacciamenti sociali, artistici, cerebrali.
Tanto per chiarire un minimo i dubbi o le incomprensioni che si potrebbero concretizzare in quest’indagine, un umano attualmente utilizza parole che sottendono a concetti in uso da sempre, un linguaggio codificato e referenziale, sviluppato per la maggior parte per l’esigenza di esprimere sensazioni, idee, esperienze e necessità di vita quotidiana. Modi di dire prettamente umani come “mettere il carro davanti ai buoi” o “chi dorme non piglia pesci” risultano assolutamente validi e lampanti poiché delineano immediatamente un quadro memetico universalmente noto, giacché basato su quanto tutta la nostra specie ha sperimentato nel corso dei secoli. Tutto è costruito sull’osservazione diretta, tutto è rapportato al nostro mondo e sensi; ma per un postumano, accresciuto cerebralmente e fisicamente, quali paradigmi si potrebbero prospettare? Avranno ancora senso quei modi di dire che abbiamo appena citato?.....
ART.COMPLETO http://www.fantascienza.com/magazine/rubriche/13344/il-linguaggio-e-la-sua-arte-nel-periodo-postumano/
SANDRO BATTISTI (E FRANCESCA FUOCHI)
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