AVATAR Tecnomagia

1aavatar.jpgda IL GIORNALE

di Michel Maffesoli
Dolce follia? Sfrenato irrazionalismo? Innocuo capriccio? I quesiti sono tanti. Di certo c’è, dopo altre pellicole analoghe, l’uscita del film Avatar di James Cameron, fenomeno innegabile, segno del nuovo spirito del tempo. Le cifre parlano. Milioni di spettatori o l’hanno visto o lo vedranno, doppiato in una lingua o in un’altra. Poi c’è il merchandising, a dimostrazione che la tematica e il modo di trattarla corrispondono all’attesa del pubblico.
«Fenomeno» è ciò che si vede e si vive. Lo è il ritorno della fantasia, del fantastico, del fantasmagorico e di altre simili frivolezze. Potete arricciare il naso, disgustati, ma Avatar ricorda la prevalenza della magia, anzi della «tecno-magia», indizio fra tanti del «reincanto del mondo».
Il Signore degli Anelli aveva preparato il terreno. La profusione di film in cui l’inferno contende al regista le forze tenebrose, dice che la sciocca marcia reale del Progresso non soddisfa. I Lumi, insomma, cedono al chiaroscuro dell’esistenza. Il successo di film come Avatar ci rammenta che, alla lunga, le società hanno bisogno di miti. Li fondano, li ri-fondano o s’annidano in quelli sempre esistiti, in una forma o in un’altra.
Avatar riprende la vecchia, eppur nuova figura del mito del «doppio». Poeticamente, profeticamente Arthur Rimbaud aveva annunciato: «Io è un altro»....

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video http://www.youtube.com/user/officialavatar?blend=3&ob=4