EUREKA! BRATTI COLPISCE ANCORA

ARCHIMEDE.jpgBRATTI HA COLPITO ANCORA


Hanno deciso di radiare per legge la gloriosa lampadina, l’ampolla dal minuscolo filamento che, ad ogni accensione, passa istantaneamente dalla temperatura ambiente a 3.000 °C senza esplodere.

Quel miracoloso filamento converte in luce il 100% della potenza assorbita ma, ahimè, quasi tutta invisibile ai nostri occhi. Solo il 2-3% della luce emessa rientra nello spettro visibile, ed è il motivo ufficiale per abolire la lampadina in nome del risparmio energetico, vista la sostituibilità con la fluorescente compatta che a parità di luce visibile richiede un quinto di potenza, e nominalmente è più longeva di 8-10 volte. Tutto OK, allora? No! E’ OK, molto OK, solo per le industrie che fanno lampade. Per loro non c’è gusto a produrre oggetti economici inventati nell’800, quando le lampade compatte costano fino a 10 volte di più, perché contengono tanta elettronica (una trentina di componenti) che alimenta le estremità del tubicino fluorescente ripiegato. E quando quel tubicino è esaurito si butta via tutto, compresa l’elettronica che durerebbe almeno 50.000 ore di funzionamento. Si butta l’acqua sporca col bimbo dentro, in quei 110 grammi di roba inquinantissima, per i dieci grammi del tubo esaurito, che basterebbe rendere estraibile con quattro peduncoli ad innesto, per sostituirlo come per tutte le normali lampade fluorescenti. Ma della sostituibilità obbligatoria del tubicino ripiegato ai nostri legislatori non interessa nulla, come non interessa loro appurare se la longevità sia vera o presunta. A loro interessa che aumenti il PIL e che le industrie producano di più e aumentino i rifiuti così utili agli inceneritori.

A chi dobbiamo la decisione di eliminare le vecchie lampadine dagli scaffali senza pretendere in cambio un minimo di ragionevolezza dai costruttori? Ma al nostro Bratti, perbacco! Cofirmatario della legge che recepisce una direttiva europea (i grandi costruttori di lampade non sono italiani). L’esperienza maturata a Ferrara gli è stata davvero utile. Il suo coraggio nel proporre la sostituzione nel petrolchimico della vecchia centrale CTE2 da 60 MW con una da 800 MW, quando vicino alla CTE2 c’era già una turbogas da 160 MW nuova di zecca, dimostra una fedeltà a tutta prova alle industrie filo-inquinanti. E’ inossidabile. E in parlamento non si è smentito. Bravo Bratti! Possiamo esserne fieri.


Paolo Giardini – Progetto per Ferrara

www.progettoperferrara.org