Assemblea Regionale Siciliana
XV Legislatura- - Gruppo parlamentare «Udc» - On. Giuseppe Lo Giudice
Palermo, mercoledì 1 luglio 2009
Lo Giudice : «Nuovo Governo costruito sull’impostura del tradimento»
Sull’intervento in aula di Lombardo: «Stanca ripetizione di un'analisi sulle condizioni di difficoltà della Sicilia di cui Lombardo non può essere - com'è invece apparso ieri - una sorta di osservatore Istat, ma il protagonista principale»
PALERMO – Qui di seguito il testo integrale dell’intervento fatto oggi pomeriggio all’Ars dall’onorevole Giuseppe Lo Giudice, Vice Presidente della Commissione Sanità, nel corso del dibattito sulle Comunicazioni del Presidente della Regione Raffaele Lombardo:
«Onorevole Presidente dell'Assemblea, onorevoli colleghi, ho riletto attentamente il discorso pronunciato ieri in quest'aula dalPresidente della Regione Lombardo, e l'unica nota positiva, a parte l'imbarazzante svelamento di una oramai proverbiale inattendibilità politica, mi è sembrata la sua breve durata. Per il resto, l'argomentare incerto e a tratti contraddittorio, credo abbiano rivelato, non solo agli addetti ai lavori, ma a tutti i siciliani, lo stato di confusione, di precaria condizione, e direi anche di disperata autoconservazione che ha portato alla nascita di questo nuovo esecutivo, composto certamente anche da personalità autorevoli, molti dei quali colleghi con grande senso delle istituzioni, ma costruito sull'impostura di un traadimento - inteso nell'accezione più popolana del termine, vale a dire di inganno, raggiro - e riconosciuto ormai tale da tutti tranne che dallo stesso Lombardo che continua a confondere la sua inattendibilità con l'indipendenza, il libero arbitrio con l'autonomia.
E di fronte all'inganno e al raggiro, onorevoli colleghi, come hanno già sottolineato autorevoli parlamentari del mio partito, si rimane disarmati, venendo meno un vincolo di lealtà, umana prima ancora che politica, al quale si è sostituito un inaudito cinismo.
Mi chiedo e chiedo alla coalizione che sostiene adesso Lombardo: che fine ha fatto il programma presentato agli elettori siciliani ? Che fine ha fatto il vincolo politico della maggioranza con la quale ci si è presentati in campagna elettorale ? Ma - cosa più importante - quale sarà il programma di questo nuovo Governo ?
Ieri, a parte la solita solfa di presunti complotti e l'irritante spocchia -in concorrenza con quella che pensavo inarrivabile dell'assessore Russo -di un presidente scopertosi inflessibile moralizzatore, non abbiamo raccolto una sola indicazione di ciò che concretamente egli vorrà fare. Abbiamo invece ascoltato la prospettazione retorica di un generico "modello di sviluppo" di cui non conosciamo la strategia men che meno le azioni di attuazione. Speriamo, tuttavia, che non sia il modello della "nuova sanità"siciliana, perché altrimenti potremmo fare anche a meno di magistrati,tecnici o presunti tali e affidare l'attività gestionale degli assessorati ai dei ragionieri. Abbiamo altresì assistito alla stanca ripetizione di un'analisi sulle condizioni di difficoltà della Sicilia di cui Lombardo non può essere - com'è invece apparso ieri - una sorta di osservatore Istat, ma il protagonista principale, l'uomo delle soluzioni, potendo egli determinare - ed avendolo potuto fare già in questo primo anno - con scelte di governo e gestionali quella "valorizzazione di risorse", dal turismo all'agricoltura che, come ha detto ieri lui stesso, non è avvenuta.
Ho l'impressione che tutto quello che sta accadendo non abbia nulla a che fare con i problemi dei siciliani, con la ricerca di soluzioni a problemi annosi ed irrisolti e, in sintesi, con una idea di "buon governo" che a parole, e sole a parole, Lombardo dice di ricercare. Sono troppo recenti le astuzie di sistematica lottizzazione negli enti della Regione, la capillare occupazione di posti di sottogoverno da Catania a Palermo, la frenetica collocazione di attivisti del Movimento per l'Autonomia in questo o quell'assessorato, perché ciò che ci ha detto ieri il Presidente in quest'aula possa avcere anche solo la parvenza di un ragionamento credibile. Ma tant'è. In una politica che si nutre di finzioni, non stupisce che il Presidente della Regione per primo si eserciti nell'arte dell'illusione.
Il metodo, i comportamenti, i fatti ci dicono però che questo è il primo atto di un copione scritto altrove, probabilmente a Roma - altro che autonomia, caro Presidente - con un obiettivo politico, quello di chi - e qui cito Luigi Einaudi - piuttosto che pensare alle prossime generazioni pensa solo solo alle prossime elezioni»
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