PAROLE DI UNA ROSA ROSSA

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''Ferrara è il bene comune fondamentale''

Chi è Irene Bregola e perché si candida?

Ho svolto studi classici presso il liceo Ariosto di Ferrara. Mi sono laureata in filosofia a Bologna, con una tesi in Storia della filosofia del Rinascimento. Attualmente sono borsista presso l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Gli studi mi hanno portata a considerare con interesse la realtà politica e una dimensione civile attiva. Non concependo l’appartenenza a una comunità come inerte esistere al suo interno, ho ritenuto fosse essenziale un’assunzione di responsabilità che ha ispirato la mia scelta di iscrivermi al Prc e gli incarichi politici e istituzionali che ne sono derivati. Attualmente sono membro del Comitato Politico Nazionale e della Segreteria Provinciale, oltre che capogruppo e presidente della II Commissione Consiliare.


Come descrive la Ferrara che vede oggi e come invece la Ferrara che vorrebbe?

Voglio bene alla mia città, e sono nel complesso contenta di com’è. Se si istituisce un confronto con altre realtà cittadine, si può senz’altro dire che Ferrara ha saputo conservare uno stile nella relazione tra le persone e ha saputo evitare il degrado urbano e umano che purtroppo coinvolge molte altre città. Tuttavia non mancano ragioni di critica e di preoccupazione. In primo luogo l’inquinamento; poi il traffico. Mancano una manutenzione attenta delle strade e del verde, la messa in sicurezza dei percorsi ciclo-pedonali. Infine, la crisi, per cui si avverte un tono dimesso, se non depresso, acuito da servizi insufficienti e costosi, oltre che da tariffe esorbitanti. Vorrei una città più viva e al tempo stesso più attenta alle persone. Più viva, cioè più fiduciosa in se stessa, nella sua impareggiabile bellezza, nella sua unicità, che è uno straordinario tesoro: Ferrara potrebbe attrarre un turismo di qualità in misura di gran lunga superiore. Più viva, ancora, perché più gioiosa: i giovani, gli studenti, sono fonte di vitalità: vanno considerati a tutti gli effetti come parte integrante del tessuto cittadino. Più attenta, cioè più accogliente e inclusiva, soprattutto nei confronti dei meno fortunati e dei meno protetti. Più umana e più rispettosa delle scelte individuali. Un autentico bene comune, anzi il bene comune fondamentale, nella tutela e nella valorizzazione del quale siamo tutte e tutti coinvolti.


Perché un elettore deve fare la croce sul suo nome?

Sono stata in consiglio comunale in questi cinque anni, dove mi sono impegnata a fondo e disinteressatamente, cercando di onorare l’impegno assunto e di non deludere le aspettative non solo di chi mi ha votato, ma anche di tutta la cittadinanza Ho agito in consiglio con un’unica preoccupazione: la difesa della città e dei cittadini contro gli interessi particolari, contro il tentativo (purtroppo spesso riuscito) di appropriazione privata delle risorse pubbliche, ho cercato di difendere e affermare i diritti dei soggetti più deboli (gli anziani, le famiglie a basso reddito, chi non ha lavoro, chi ha un lavoro precario e mal retribuito). Ora chiedo un voto per essere sindaca di Ferrara alla scopo di continuare queste mie battaglie nel modo più efficace, impegnandomi a realizzare un programma ispirato alla tutela e alla crescita della città e alle esigenze di chi la vive.


Chi è Irene Bregola quando diventa privata cittadina?

Nel tempo libero dalla ricerca e dall’impegno politico, leggo moltissimo (nell’ultimo periodo particolarmente Philip Roth), vado al cinema, a teatro, frequento manifestazioni culturali di vario genere, ma soprattutto sono felice di potermi dedicare al mio cane, un meraviglioso airedale terrier di nome Winnie, che appena posso porto nei prati del sottomura. Quanto guadagna in un anno e quanto ha speso per la campagna elettorale? La campagna vive di operazioni di autofinanziamento, non disponiamo di molte risorse e si potrà operare un calcolo definitivo e attendibile solo al termine della stessa. I miei redditi corrispondono a 1.100 euro mensili, derivanti dalla borsa di perfezionamento dell’Isnr.

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