Guardando i curriculum del direttivo di Hamas, si rimane a bocca aperta. Studiosi, intellettuali, accademici, scienziati, medici.
Il che presupporrebbe un buon livello di preparazione culturale e di intelligenza, ad esser cattivi, superiore a quello di parecchi italiani.
Eppure, questi han combinato, dal punto di vista politico, stategico, tattico, una serie di disastri colossali.
Da una parte, nel gruppo dirigente, manca qualsiasi elemento, a differenza di Hezbollah, che abbia una minima formazione militare o connessa alla teoria dei giochi o ala storia. Certo, la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare soltanto ai generali, ma anche a dei dilettanti allo sbaraglio.
Dall'altra, tutti questi accademici son vittime della peggiore illusione di un politico: che la Realtà si pieghi all'Ideale.
Chissà se le bombe israeliane, se sopravviveranno, li faran riflettere in futuro sui loro errori
...Nella guerra classica, un approccio di tipo contabile, tot morti miei, tot del nemico, se la differenza è a mio favore, sto vincendo, è poco sensato... Chi ha tentato di applicarlo, data l'interazione con variabile tattiche e stategiche ben più complesse, spesso è andato incontro a tremende cantonate, come McNamara in Vietnam.
Nella battaglia di Gaza, al contrario, può essere un indice significativo, visto che l'obiettivo è l'eliminazione, non la conquista.
Ora Hamas ha come combattenti effettivi, gli altri son ragazzotti a cui è stato dato un fucile in mano e prego Dio che l'abbiam gettato e siano scappati prima possibile, contando anche gli iraniani, circa 2400 miliziani.
Allo stato attuale, ha subito circa 500 perdite, altri 200 sono stati catturati, un centinaio sono gravemente feriti.
Circa un 33% degli effettivi sono stati messi fuori combattimento. Si possono notare tre cose. La prima è che il tasso di eliminazione è ancora di gran lunga inferiore al 44% subito dalle truppe di assalto di Hezbollah che mediamente è tale da pregiudicare l'operatività di ogni esercito (per dirla secondo er Giamaica, 'na bella batosta): al contrario di Hamas, grazie anche ai collaborazionisti antisemiti presenti nei media occidentali, però il movimento libanese ha tanto gridato alla vittoria e tanto ha fatto lobbying, da sfuggire alla disfatta. Tra l'altro, più per la volontà dell'IDF di evitare una strage indiscriminata di civili che costringe l'esercito a limitare il potenziale di fuoco che per effettiva capacità, Hamas si sta mostrando un combattente lievemente più resistente di Hezbollah, nonostante l'inferiorità tattico-strategica
La seconda è che si posson fare delle previsioni sensate su quanto potrà durare ancora l'offensiva: il tasso di eliminazione dei miliziani di Hamas dovrà esser compreso tra il 50% e 60%.
Per percentuali maggiori, lo sforzo non vale l'effetto ottenuto. Che questo avvenga stasera, o tra due o tre giorni, è aleatorio
La terza riguarda il medio periodo. Con simili perdite, con la distruzione dei tunnel che oltre alle armi, permettono l'arrivo del cibo e delle stazioni di polizia, Hamas perde definitivamente il controllo del territorio.
Se Abu Mazen ha ancora un minimo di forze addestrate, potrà facilmente recuperare Gaza tra qualche mese
ALESSIO BRUGNOLI
http://libreriarizzoli.corriere.it/libro/jung_c_gustav-presente_e_futuro.aspx?ean=9788833906782