JOSEPH DE MAISTRE UN CONTRORIVOLUZIONARIO MODERNO


Personaggio brillante, colto ed elegante, arcinemico degli illuministi e delle idee ad essi legate, Joseph De Maistre fu autore di un'opera su cui ancora oggi non si cessa di riflettere, quelle SERATE DI SAN PIETROBURGO, che da giovane avidamente lessi nell'originale francese, dato il pensatore-diplomatico apparteneva a quella Savoia che era la culla della dinastia che avvierà paradossalmente, nel contesto della filosofia politica liberale, il processo unitario italiano. Certamente Joseph De Maistre non avrebbe approvato il "vile mercanteggio" con cui, nel 1860, la sua terra e la Contea di Nizza sarebbero state cedute alla Francia, nonostante che l'autore di un'opera così straordinaria, quanto ricca di intuizioni profetiche sulla storia d'Europa, fosse di formazione originale francese. E se la Savoia parlava francese, la regione non si sentiva tale, ma assolutamente sabauda. Come naturale che fosse. Ma aldilà di queste considerazioni non direttamente pertinenti con la vicenda di questo reazionario sui generis, è il caso invece di soffermarci non tanto sulla sua vocazione forcaiola, quanto su certe argomentazioni che vanno riconsiderate, senza lasciarsi coinvolgere dalla tradizionale corrente di pensiero che le condanna senza appello. Diplomatico, come già detto, al servizio della monarchia sabauda ed uno dei padri dell'interpretazione cattolica-controrivoluzionaria della storia e della politica, affermò pure, nel 1919,nel suo Du Pape la ferma convinzione sulla infallibilità del Papa, non ci possiamo dimenticare che Baudelaire citava De Maistre e ed Edgar Allan Poe come i suoi maestri nell'apprendimento del ragionare. Immerso nella cultura transalpina, per quando rocciosamente sabaudo, le idee di De Maistre circolarono, attraverso la pubblicazione e rivisitazione dei suoi libri in Francia e divennero, lui malgrado, patrimonio di quella cultura. Se sono discutibili i suoi giudizi su uomini come Rousseau, Voltaire ed altri, De Maistre fu autore di un lavoro diplomatico assai sottile, pervaso da un sottile senso critico e non comune spirito di osservazione sia della Russia del suo tempo e di altri Stati, in particolare quello sabaudo, come si deduce dall'epistolario con la dinastia dei Savoia, rifugiatasi in Sardegna, durante il periodo napoleonico. Odiò un filosofo come Bacone, sentenziando su di lui di essere portatore di un'influenza così nefasta che "è impossibile conoscere tutto il male e tutto il ridicolo che contiene".
Casalino Pierluigi