La notte che Neil Armstrong metteva il primo piede umano sulla Luna, da sempre meta di artisti e di sognatori, oltre che di amanti, il 21 luglio 1969, Luca Ronconi mise in scena sul sagrato del Duomo di Milano l'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, che con l'astro delle notti di verniana memoria aveva certamente a che fare. Spettacolo di grande richiamo e rimasto negli annali come geniale rappresentazione nella rappresentazione, soprattutto per l'idea del regista di proporre l'antica commistione (come nel teatro classico greco-romano) tra spettacolo e spettatori: un po' come avveniva nella diretta televisiva mondiale sullo sbarco degli astronauti americani sulla Luna. Cavalli bardati e impennacchiati e attori in frenetico movimento in una sorta di simbiosi tra mito, fantasia, fantascienza e sguardo sul futuro (che si stava realizzando grazie all'impresa spaziale in corso, alla quale chi scrive dedicò, ventenne,una piccola poesia indirizzata ad Armstrong e alla quale il cosmonauta rispose con garbati ringraziamenti. L'Orlando Furioso e Ludovico Ariosto continuano, da parte loro, ad ispirare avventura e intelligenza, rinnovando anche il detto di Montaigne:"E' più saggia nostra follia di nostra saggezza!".
Casalino Pierluigi, 12.12.2016
Casalino Pierluigi, 12.12.2016