ADDIO ALL'ERITREA

Le lunghe conversazioni di mio padre Michele Casalino con la famiglia Consalter e prima ancora con il loro socio Casot, titolari dell'autorimessa ASMARA, a laigueglia, restano nella mia mente. Conversazioni che evocavano il passato di quella gente in Eritrea e le esperienze vissute in quella terra prima di ritornare in Italia, dopo le vicende post coloniali italiane in Africa Orientale. Il racconto di quelle care persone che non vedo più da anni erano pervase da ricchezza di sentimenti verso il popolo eritreo e di nostalgia per gli anni felici trascorsi laggiù: talvolta qualche amico eritreo o etiope passava a trovare i Consalter per rinnovarne i ricordi. Narravano i Consalter, senza mai concedere all'esotismo, di quei paesaggi africani, delle piogge improvvisamente torrenziali, degli eventi crudi della guerra, nei ritratti veristici (e con le foto di caccia persino) e ironici di personaggi incontrati nella quotidianità, che si affacciavano giorno per giorno nelle pieghe della loro esistenza. Non nascondevano i Consalter le loro critiche alla guerra fascista e alla rovinosa alleanza con la Germania hitleriana. Già lucidamente vedevano il tragico epilogo del conflitto e le successive tristi parabole che porteranno gli ultimi italiani ad abbandonare l'Africa Orientale, nonostante il permanere di tracce italiche, non sempre amichevoli, però, quali il ponte di Dogali, voluto dal generale Menabrea con le arcate in cemento armato e la scritta in piemontese "costa lon ca custa" (costi quel che costi). Non so se i Consalter o i loro rampolli conservino ancora queste memorie da me raccolte da bimbo e poi da ragazzo insieme a mio padre in quella Laigueglia i cui echi comunque si colgono ne il mio IL TEMPO E LA MEMORIA.
Casalino Pierluigi