IO SO DI NON SAPERE

Io so di non sapere diceva Nicola da Cusa, riprendendo un vecchio adagio socratico, che avrebbe fatto suo anche il neoaristotelico arabo Ibn Rushd (l'Averroè dei Latini), dicendo che chi non pensa muore e che una casa senza libri è una casa senza dignità Analogamente fa Dante con le parole che mette in bocca ad Ulisse il celeberrimo"Nati non fummo per viver come bruti, ma per seguir vita e conoscenza!"E certamente anche oggi, in tempi di ignoranza di massa, almeno in Italia, ma non solo, però, qualcosa deve essere successo se la crescita di studi sulla conoscenza si è moltiplicata. Una reazione dunque alla dilagante ignoranza di cui più purtroppo non ci si vergogna, con effetti spaventosi sulla società civile. Goethe ci insegnava, a dire il vero, in proposito, che "Nulla è più terribile di un'ignoranza attiva" ed ciò che vediamo davanti a noi. La lotta contro l'ignoranza, con l'ausilio soprattutto, della filosofia e del senso critico, si sta per fortuna progressivamente affermando come un segnale di resipiscenza culturale di non poco conto. Un esempio rilevante di tale rinascita
è il libro di  Robert Audi, Epistemologia, ora tradotto anche in italiano per i tipi della coraggiosa Quolibet, che mostra come anche da noi si comprenda ora l'importanza della conoscenza per vincere il settarismo, il fanatismo e la demagogia. L'élite intellettuale, consapevole della sconfitta del portare la testa all'ammasso del politically correct, deve prendere atto di questa rinnovata tendenza e cercare di comunicarla al potere, un potere distratto e non in grado di guardare più al futuro.
Casalino Pierluigi, 17.12.2016