RELIGIONE POLITICA OVVERO IL FENOMENO RELIGIOSO DI COSTANTINO

Il fenomeno storico di Costantino si coniuga con la sua stessa valenza politico-religiosa e può essere studiato nella religione politica, individuandolo ed interpretandolo come sintesi dei due fattori Delfico-Apollineo e Cristiano. Figlio dell'illirico Costanzo, nipote di Dardano, che era cultore di una monoteistica religione solare, la quale aveva preso nelle Gallie la forma del culto di Apollo Belenus, Costantino ritraeva, dalla spiritualità ereditata dal padre, ciò che si potrebbe chiamare l'inclinazione religiosa Apollinea. E si osserva giustamente che Costanzo dovette aver percepito la relazione delle concezioni cristiane con quelle del culto solare, che erano le sue proprie, il che spiega la sua tolleranza verso il Cristianesimo: atteggiamento che sarà seguito fin dai primordi del regno dello stesso Costantino, rivoltosi al culto solare coltivato dal padre. Ma è precisamente Apollo la divinità e la relativa religiosità a cui si rivolge Costantino in questo primo periodo della sua vita e quindi del suo impero. Nel panegirico pronunciato, infatti, nel 310 a Treviri, città che rappresentava per il culto di Apollo in Occidente come una seconda Delfi, Costantino è celebrato come restauratore del tempio di Apollo (Apollo tuus), che l'oratore chiama, ancora rivolto a Costantino, "numinis tui sedes" e "maiestatis tuae comes et socius". Lo stesso panegirico dà notizia di una concezione, anzi da una visione vera e propria, avuta da Costantino nel tempio di Apollo, ove il dio gli apparve, accompagnato dalla Vittoria, in atto di tendergli corone di lauro. Il tempio fu da lui riccamente donato, così come tutti i sacerdoti di Apollo imploravano la sua visita, per ottenerne offerte e privilegi. Questo precedente, e, di dovrebbe, in realtà, dire, questa preparazione Apollinea al Cristianesimo, non è senza significato. Né mancano notizie di rapporti di Costantino con Delfo. Da segnalare, soprattutto, è l'iscrizione rinvenuta a Delfo sopra una base, con una dedica enfatica che evidenziava quanto elevata fosse la sovranità di Costantino nel concetto Delfico. La tradizione ci informa, inoltre, di opere d'arte, sottratte da Costantino al Santuario Delfico per abbellire la nuova capitale Bisanzio. Considerando il precedente Apollineo nel Cristianesimo di Costantino, è lecito pensare che si tratti di una cessione amichevole da parte di Delfo non tanto alla persona del principe, quanto alla città di Bisanzio. Città che solo dopo la disfatta di Licinio, l'imperatore volle elevare a fondamento della nuova capitale della Romanità. In questa nuova universalità dell'Impero, Costantino ritroverà di lì a poco la funzione Apollineo-Cosmica del Cristianesimo, spostando verso Oriente il centro della stessa Romanità a Costantinopoli, che rileverà il nome antico di Bisanzio, nome che ritornerà nell'epoca della divisione anche religiosa con la Roma cristiana. Ma se allora la Cristianità non resterà alterata, di pari passo la Romanità di Cristo non muterà il suo significato di Roma Delfico Apollinea, una conclusione che si manifesterò con l'affermazione della missione provvidenziale di Roma nel Mondo con la parallela Seconda Roma d'Oriente, Con il riconoscimento del Cristianesimo come religione imperiale la fenomenolgia di religione politica in Costantino farà, dunque, un nuovo e più importante salto di qualità. Delfo, ispiratrice dell'azione imperiale costantiniana, si esaurirà, passando il testimone alla nuova dimensione universale romano-cristiana. Il ritorno al paganesimo di Giuliano l'Apostata non muterà il corso degli eventi, anche perchè Giuliano non esercitò più alcuna azione su Delfo.
Casalino Pierluigi