Paolo Melandri, "L'Angelo muto", Poesia *VIDEO



* "profluvio di rose" investa il Nuovo Anno dinamicamente ed efficacemente proiettato in avanti. Io "non vi cercherò" se non la massima incisività possibile, nell'àmbito del visionario, lucido e "duplice" delirio dello "Zarathustra"

 

L’Angelo Muto


Mentre pallidamente io esploravo
le mie poesie, le strofe dove un crudo
tormento sordi abissi rotolava,
su la soglia apparì l’Angelo Muto.

Ella recava all’anima smarrita
Ella di ricchi fiori un bel portento;
ed una brocca era tra le Sue dita
e rose, rose ornavano il Suo mento.

Corona a Lei sul capo aurea splendeva,
la voce Sua era prossima all’Incanto:
“La Vita bella e il Canto a te m’invia”
ora che sorridendo Ella diceva,

Le cadevano i gigli e le mimose.
Ed a raccôrli come io fui chinato,
Ella s’inginocchiò: tuffai beato
io tutto il viso fra le fresche rose.






Paolo Melandri
31 dicembre 2013