Matteo Renzi Grande Politica: dialogo storico con Berlusconi, per l'ITALIA senza comunisti imbecilli del pensiero unico
*NOTA DI ASINO ROSSO 1- RENZI FUTURO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E BERLUSCONI DELLA.... REPUBBLICA E DELLA... MAGISTRATURA? IN CUOR LORO LO TEMONO I COMPLOTTISTI DELLA VECCHIA SINISTRA CHE NEL.... VENTENNIO COSIDDETTO ULTIMO.... hanno ucciso la sinistra possibile con la loro democrazia reale.... Ora semplicemente l'Italia diventa per la prima volta un Paese Occidentale senza l'anomalia socialcomunista, fondamentale fino a Berlinguer (noi siamo aperti mica pensiero unico) poi degenerata per via psicopoltica nella sindrome di Berlusconi.. e nel cattocomunismo. E Berlusconi semplicemente un tramonto normale legittimo in democrazia. Quanto al rottamatore - anche del revisionismo rosso!- il futuro italiano è suo, salvo gli ultimi carroarmati del vecchio PD ( e della comatosa Intellighenzia "rossa")- salvo pochissimi, certamente - non a caso... - Massimo Cacciari docet che oggi han ben difeso, otttimamente Matteo Renzi, anche sullo scandaloso patto di normalità con Berlusconi... " Renzi dimostra che è NON E' un Pollo di batteria!"
Ieri, 18 gennaio 2014, potrebbe essere la data di concepimento di una nuova Italia. Non solo perché nell'incontro tra Renzi e Berlusconi nella sede del Pd (già questo è fatto storico) sono state messe nero su bianco tre riforme vere della politica (legge elettorale, abolizione del Senato e costi delle Regioni) ma soprattutto perché è stata siglata la fine di una guerra civile che da vent'anni paralizzava il Paese.
Matteo Renzi trascina con la forza la sinistra fuori dall'antiberlusconismo ideologico, militante, cieco e stupido. Da oggi Forza Italia e il Cavaliere sono avversari politici da battere nelle urne, non più il male assoluto da estirpare a forza. Altro che pregiudicato o decaduto. Il fatto che Renzi abbia ricevuto Berlusconi in casa propria con gli onori e il rispetto che merita un pluri capo di governo e leader di uno dei più grandi partiti europei mette a nudo la stupidità dei sui predecessori, dei giornalisti alla Lucia Annunziata («ma che volete, voi del Pdl siete impresentabili» rivolto ad Alfano in diretta tv), la miopia degli intellettuali accecati alla Paolo Mieli («vedrete, Berlusconi scenderà a miti consigli e si ritirerà a vita privata», disse pochi mesi fa intervistato da Mentana). Per non parlare della sentenza politica pronunciata con arroganza e gusto dal predecessore di Renzi, tale Epifani, pochi minuti dopo la condanna definitiva del Cavaliere: «Il Pd eseguirà la sentenza che espelle Berlusconi dal Senato e dalla politica». Lo disse dalla stessa stanza che poche ore fa ha accolto come ospite gradito il capo di Forza Italia. È lui, Epifani, che ieri non c'era e mai più ci sarà. Se quello che è successo ieri farà cadere o no il governo, se si andrà a votare a maggio con le europee o più avanti, ora passa in secondo piano. Che cosa ne pensi e come si muoverà nelle prossime ore Napolitano è per la prima volta da anni a questa parte non più decisivo. Per non parlare delle mosse degli alfaniani e dei nostalgici comunisti del Pd: irrilevanti. Certo, ognuno di questi signori potrà fare casino, mettersi di traverso, anche provocare drammatiche rotture. Ma saranno solo colpi di coda di un sistema agonizzante. Due signori, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, che detengono la maggioranza dei voti degli italiani, ieri hanno deciso di passare alla storia e cambiare regole e andazzo. Sono entrambi sufficientemente ambiziosi, folli e capaci per riuscirci. Poi si divideranno di nuovo e per sempre. Perché Renzi non sarà mai di centrodestra e Berlusconi, come noto, non è di sinistra. Ma quella sarà tutta un'altra storia.
IL GIORNALE
Ieri, 18 gennaio 2014, potrebbe essere la data di concepimento di una nuova Italia. Non solo perché nell'incontro tra Renzi e Berlusconi nella sede del Pd (già questo è fatto storico) sono state messe nero su bianco tre riforme vere della politica (legge elettorale, abolizione del Senato e costi delle Regioni) ma soprattutto perché è stata siglata la fine di una guerra civile che da vent'anni paralizzava il Paese.
Matteo Renzi trascina con la forza la sinistra fuori dall'antiberlusconismo ideologico, militante, cieco e stupido. Da oggi Forza Italia e il Cavaliere sono avversari politici da battere nelle urne, non più il male assoluto da estirpare a forza. Altro che pregiudicato o decaduto. Il fatto che Renzi abbia ricevuto Berlusconi in casa propria con gli onori e il rispetto che merita un pluri capo di governo e leader di uno dei più grandi partiti europei mette a nudo la stupidità dei sui predecessori, dei giornalisti alla Lucia Annunziata («ma che volete, voi del Pdl siete impresentabili» rivolto ad Alfano in diretta tv), la miopia degli intellettuali accecati alla Paolo Mieli («vedrete, Berlusconi scenderà a miti consigli e si ritirerà a vita privata», disse pochi mesi fa intervistato da Mentana). Per non parlare della sentenza politica pronunciata con arroganza e gusto dal predecessore di Renzi, tale Epifani, pochi minuti dopo la condanna definitiva del Cavaliere: «Il Pd eseguirà la sentenza che espelle Berlusconi dal Senato e dalla politica». Lo disse dalla stessa stanza che poche ore fa ha accolto come ospite gradito il capo di Forza Italia. È lui, Epifani, che ieri non c'era e mai più ci sarà. Se quello che è successo ieri farà cadere o no il governo, se si andrà a votare a maggio con le europee o più avanti, ora passa in secondo piano. Che cosa ne pensi e come si muoverà nelle prossime ore Napolitano è per la prima volta da anni a questa parte non più decisivo. Per non parlare delle mosse degli alfaniani e dei nostalgici comunisti del Pd: irrilevanti. Certo, ognuno di questi signori potrà fare casino, mettersi di traverso, anche provocare drammatiche rotture. Ma saranno solo colpi di coda di un sistema agonizzante. Due signori, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, che detengono la maggioranza dei voti degli italiani, ieri hanno deciso di passare alla storia e cambiare regole e andazzo. Sono entrambi sufficientemente ambiziosi, folli e capaci per riuscirci. Poi si divideranno di nuovo e per sempre. Perché Renzi non sarà mai di centrodestra e Berlusconi, come noto, non è di sinistra. Ma quella sarà tutta un'altra storia.
IL GIORNALE