Un duo affascinante approda nella città della moda, contesto ideale per la sua riscoperta. Due donne talentuose e ammalianti tornano a far parlare di sé in una mostra capace di coniugare la seduzione della moda con l’espressività dell’arte. L’esposizione “Coco Chanel: un Nuovo Ritratto Dipinto da Marion Pike. Parigi, 1967-71”, pertanto, si offre sino al 2 marzo 2014 come un’occasione imperdibile per il pubblico milanese. Sede dell’esposizione è lo storico Palazzo Morando, che conferma la sua vocazione di Museo del Costume e della Moda proponendo agli appassionati italiani una mostra già inaugurata alla Fashion Space Gallery di Londra lo scorso 4 settembre. La rassegna, curata da Amy de la Haye, docente di Storia del Costume, con Curatela del London College of Fashion, giunge nella città della Madonnina grazie alla collaborazione fra numerose istituzioni: Comune di Milano | Cultura, Polo Raccolte Storiche e Case Museo, University of the Arts London, London College of Fashion.
L’esposizione raccoglie dipinti, abiti, fotografie e documenti per indagare una relazione poco nota ma di grande rilevanza storico-artistica. La couturière francese Gabrielle Bonheur Chanel (1883-1971), in arte Coco Chanel, e l’artista californiana Marion Pike (1913-1998), chiamata affettuosamente Cuckoo da amici e famigliari, assurgono a protagoniste di una particolare vicenda creativa. Il rapporto fra le due iniziò nel 1967, quando Pike conobbe Chanel a Parigi e ne dipinse alcuni ritratti. La collaborazione professionale si rivelò la premessa necessaria all’instaurarsi di una grande amicizia, fondata sulla comune sensibilità estetica e affettiva. Le opere esposte dischiudono allora una dimensione mai indagata a livello biografico, rivelando aspetti meno noti della contraddittoria personalità di Coco Chanel.
Degli almeno tredici ritratti di quest’ultima realizzati da Pike, la presente mostra ne espone cinque, mai prima d’ora proposti insieme, cui si aggiungono alcune nature morte e vedute parigine che mostrano l’eccellente tecnica dell’artista.
La mostra comprende inoltre capi d’abbigliamento appositamente disegnati da Coco Chanel fra il 1967 e il 1969 per Marion Pike e sua figlia Jeffie, nonché una vasta collezione di fotografie, documenti personali e lettere che contribuiscono a delineare un quadro esaustivo della profonda relazione intercorsa fra le due. Un legame articolato, quello giunto sino a noi, il cui sigillo potrebbe essere individuato nella celeberrima affermazione di Chanel, secondo cui “la moda passa, lo stile resta”.
L’esposizione raccoglie dipinti, abiti, fotografie e documenti per indagare una relazione poco nota ma di grande rilevanza storico-artistica. La couturière francese Gabrielle Bonheur Chanel (1883-1971), in arte Coco Chanel, e l’artista californiana Marion Pike (1913-1998), chiamata affettuosamente Cuckoo da amici e famigliari, assurgono a protagoniste di una particolare vicenda creativa. Il rapporto fra le due iniziò nel 1967, quando Pike conobbe Chanel a Parigi e ne dipinse alcuni ritratti. La collaborazione professionale si rivelò la premessa necessaria all’instaurarsi di una grande amicizia, fondata sulla comune sensibilità estetica e affettiva. Le opere esposte dischiudono allora una dimensione mai indagata a livello biografico, rivelando aspetti meno noti della contraddittoria personalità di Coco Chanel.
Degli almeno tredici ritratti di quest’ultima realizzati da Pike, la presente mostra ne espone cinque, mai prima d’ora proposti insieme, cui si aggiungono alcune nature morte e vedute parigine che mostrano l’eccellente tecnica dell’artista.
La mostra comprende inoltre capi d’abbigliamento appositamente disegnati da Coco Chanel fra il 1967 e il 1969 per Marion Pike e sua figlia Jeffie, nonché una vasta collezione di fotografie, documenti personali e lettere che contribuiscono a delineare un quadro esaustivo della profonda relazione intercorsa fra le due. Un legame articolato, quello giunto sino a noi, il cui sigillo potrebbe essere individuato nella celeberrima affermazione di Chanel, secondo cui “la moda passa, lo stile resta”.