S. Scansani per Ferrara 2.0 dinamica e veloce...

Se Ferrara mollasse il borbottìo del diesel


....Scartabellando nell'archivio fotografico della Nuova Ferrara ecco apparire un Tiziano Tagliani soccorritore. Sta praticando il massaggio cardiaco a un corpo che sarà sintetico finché volete, ma sotto sotto ha materiale vero, vivo: la piazza municipale. Questa immagine del sindaco, scattata nell'ottobre scorso, oggi è molto retorica e parecchio rappresentativa. Delinea lo stato di una città e di un territorio col fiato corto e il fisico stretto, ridotto di metà (quante aziende hanno chiuso, quanta gente cerca o non cerca più lavoro, quante risorse bruciate?). L'immagine del 118 che coinvolge la politica nel salvamento di Ferrara è drammaticamente perfetta: figure rasoterra, reclinate, le quali in un'unica metafora assorbono il formidabile lamento che in questa settimana la Nuova ha colto e raccolto.

In redazione sono venuti i commercianti che, essendo i barometri economici della vita quotidiana, sono andati subito al cuore. Per l'Ascom Giulio Felloni e Davide Urban, per la Confesercenti Paolo Benasciutti e Alessandro Osti, hanno intonato una lamentazione coincidente: "Gli affari? Come nel 2012. Quindi male. Nessun settore si salva".

Sentenza raggelante, quanto quella più generale e sovrastante le categorie pronunciata dal presidente della Camera di Commercio, Carlo Alberto Roncarati. Col piglio da imprenditore-agricoltore ha detto: "Ribelliamoci al declino". I numeri sono grigi. L'economia ferrarese chiuderà questa annata con un deciso -1,5 per cento. Più crudi i dati a bilancio consuntivo ormai maturato in tre settori strategici: industria -4,2 per cento, commercio -3, costruzioni -2,7. La Camera di commercio intravede una prima luce nel 2014 con un ipotizzato +0,9 per cento. Lo scetticismo fa parte delle nostre patologie, quindi nutriamo speranze come si fa con l'astrologia.

Marcella Zappaterra, presidente di una Provincia identitaria e legante in un territorio tanto centrifugo come quello ferrarese, ha fornito alla Nuova Ferrara una lettura personale in forma di esperienza. C'era lei a Copparo e a Roma nelle battaglie estive per la Berco. Secca: "Ci siamo trovati ad affrontare crisi aziendali, e in alcuni casi ho provato un forte senso di impotenza".

In redazione anche il rettore dell'Università, Pasquale Nappi. Ateneo che è città dentro la città, anzi la città. Il professore ha detto chiaro e tondo che certamente l'istituzione che rappresenta è un riferimento primario, ma che non può sostituire altri enti e organismi. E che, anzi, per continuare a produrre formazione e sapere ed esprimere la città di Ferrara, ha bisogno di essere sostenuta. Cioè, l'ateneo non va considerato semplicemente un'azienda che fa girare gente e denaro, bensì un ingranaggio strategico e delicato: finanziatelo.

Dal canto suo l'arcivescovo nel suo messaggio natalizio ha toccato le ferite della crisi in maniera diretta parlando di "gravissime inadempienze delle istituzioni; quasi una sorta di inconsapevolezza da parte di coloro che dovrebbero avere per primi la responsabilità della guida del Paese". Monsignor Luigi Negri riconosce che "la situazione economica e sociale è gravissima" e sollecita "forme nuove di solidarietà umana e cristiana".

Il punto di vista - da prima linea - degli imprenditori è stato intonato dal presidente di Unindustria Riccardo Fava: "Siamo arrivati alla resa dei conti". La sua battuta sui politici incapaci di prendere decisioni e imprimere la svolta: "Mi fanno andare giù di testa". Il compianto è lungo e largo come un motore antico.

Infine è toccato al sindaco Tiziano Tagliani - che nella foto è lì che pratica il massaggio cardiaco in piazza municipale - provare una tecnica di rianimazione nell'intervista rilasciata alla Nuova Ferrara, venerdì. Il primo cittadino ha detto che nell'anno che verrà le strategie della città potrebbero virare dalla bulimica centralista Bologna e dalla concorrente Ravenna per guardare a settentrione, sulla linea del Po, tra Rovigo, Mantova e, ad ovest, Modena.

Cioè, si proverà a cambiar aria, a sbrigarsi, a muoversi per primi con audacia, il che è tutto dire (e tutto fare) per una Ferrara e un territorio circostante che hanno la pacatezza, la mobilità e lo scatto di un trattore Landini testa calda. Serve una mossa rapida e un piano più lungo, non soltanto elettorale. Buon Natale Ferrara, molla una volta per tutte il borbottìo e il ritmo del diesel.

*Stefano Scansani  ESTENSE COM