Dicembre '13 Vittorio Sgarbi a Marigliano per "I Tesori d'Italia"

sgarbi11Nel Chiostro del Complesso Monastico di San Vito, 


lo scorso 18 dicembre


Sgarbi a Marigliano


ha presentato il libro


«I Tesori d'Italia»


L'iniziativa è  stata organizzata dalla Fondazione Premio Cimitile


e dall'associazione «D&F Events» nell’ambito del progetto


«La letteratura incontra la scuola e il territorio»


 


ROMA – Vittorio Sgarbi .... a Marigliano, in Campania, per presentare il libro «I tesori d'Italia. La lunga avventura dell'arte», edito da Bompiani.


 


Scrive Sgarbi di questo suo nuovo libro: «C’è un’Italia protetta e remota a Morano Calabro, a Vairano, a Rocca Cilento, a Vatolla, a Giungano, a Torchiara, a Perdifumo, incontaminati presidi del Cilento.


Poi ci sono le apparizioni. Come gli affreschi di Sant’Angelo in Formis, come il duomo di Anagni con il quale si apre il racconto pittorico di questo libro, anche se i primi segnali della lingua nuova, diretta, espressiva, sapida, sono nella scultura, a partire da Wiligelmo a Modena in parallelo con i primi vagiti della lingua italiana. Quei confini nei quali sono ristretti a coltivare i campi, cacciati dal Paradiso terrestre, Adamo ed Eva. Poco più tardi vedremo altri contadini affaticati, di mese in mese, nel Battistero dell’Antelami a Parma. Soltanto a Ferrara il lavoro sembrerà riservare una imprevista felicità. Il Maestro dei Mesi trasmette il piacere che ha provato estraendo fanciulli dalla pietra. Siamo nel 1230, in largo anticipo sul ritrovamento della vita nella pittura, prima ancora che in Toscana, nel cuore della Valle Padana, a Cremona, con il racconto delle storie di Sant’Agata di un maestro anonimo; non sarà un caso che la nuova lingua toscana in pittura si espanda fino a Padova con Giotto nella Cappella degli Scrovegni, e di lì in tutto il Nord. Siamo in apertura del Trecento, e diventa lingua universale quella che ha iniziato a parlare Giotto, ponendosi davanti le energie dei corpi e la loro azione, con una tale efficacia da determinare quasi un secolo di imitatori, le


cui gesta noi parzialmente raccontiamo accompagnando il viaggiatore e il lettore in Toscana e altrove, fino ad arrivare, in chiusura di secolo, a Lorenzo Monaco, sfinito interprete di un gotico fiorendo. E che fiorirà – eccome fiorirà! – e sarà l’ultimo giardino, perché con la vita vera si confronterà, con la stessa energia del Giotto franco, consistente e dominante con la sua umanità, il giovane Masaccio.


Dopo questo lungo travaglio la pittura italiana entra nella sua piena maturità. Di tante tappe, allora, verso la felicità espressiva nel Rinascimento, questo libro, come una lunga avventura, dà conto in una continua sorpresa».


 


La presentazione si è svolta nel Chiostro del Complesso Monastico di San Vito a Marigliano, ed è organizzata dalla Fondazione Premio Cimitile e dall'associazione «D&F Events» nell’ambito del progetto «La letteratura incontra la scuola e il territorio. Archeologia, arte ed enogastronomia per lo sviluppo turistico, culturale e socio-economico della Regione Campania», un percorso itinerante nelle scuole e sul territorio per promuovere la lettura e la conoscenza e valorizzazione delle bellezze artistiche e paesaggistiche della Campania.


 


Alla presentazione interventi di  Giovanni De Vivo, Presidente della «D&F Events», Felice Napolitano, Presidente della Fondazione Premio Cimitile, Maurizio Maddaloni, Presidente della Camera di Commercio di Napoli e Margherita Napolitano, Docente presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli.


 


 


l’Ufficio Stampa


Nino Ippolito