Rovereto (TN), febbraio 2012 - Camparisoda ha avviato i festeggiamenti per i suoi 80 anni al MART di Rovereto, città dove ha vissuto per la maggior parte della sua esistenza Fortunato Depero, ideatore dell'iconica bottiglietta nel 1932. Il viaggio per celebrare il compleanno di Camparisoda inizia con una esposizione di chine a firma dello stesso artista trentino, proprio a Rovereto dove ha sede Casa Depero.
La mostra, inaugurata il 24 febbraio è una significativa sintesi di quella intitolata "Depero con Campari", che celebrò la nascita di Galleria Campari di Sesto San Giovanni (Milano) nel 2010. Stava per chiudere l'anno del centenario del Futurismo (1909-2009) - di cui Fortunato Depero fu tra i più vivaci protagonisti - e si aprivano le celebrazioni del centocinquantesimo compleanno di Campari (1860-2010), committente e mecenate dello stesso Depero dal 1926 al 1936.
Le 20 chine in bianco e nero, conservate oggi nell'Archivio Campari, sono state selezionate per la mostra e provengono dal corpus di 50 opere grafiche originali, che Fortunato Depero realizzò per il volume Numero Unico Futurista Campari 1931 - un raro documento della storia del Futurismo italiano.
Come ricorda Marina Mojana, Direttore artistico di Galleria Campari, "l'artista trentino teorizzava in quegli anni che «l'arte della pubblicità è un'arte colorata, obbligata alla sintesi» profetizzando così gli spot di 30 secondi dell'era digitale. Di più, auspicava un'arte di massa «in grado di marciare, come il Futurismo, di pari passo all'industria, alla scienza, alla politica, alla moda del tempo, glorificandole», perché la pubblicità è «arte gioconda-spavalda-esilarante-ottimista»".
Il Numero Unico Futurista Campari 1931, ideato da Depero come omaggio della "Ditta Davide Campari & C. Milano" e stampato nella tipografia Mercurio di Rovereto in tiratura limitata, è oggi un oggetto da collezione. Queste tavole originali, create tra il 1927 e il 1931, vennero riprodotte a stampa con l'aggiunta dei testi del poeta Giovanni Gerbino e dovevano essere lette in pubblico con il sottofondo musicale composto dal musicista Franco Casavola, perché esaltavano «gli artisti creatori, gli industriali e i produttori».
Le opere, originali dell'epoca, sono realizzate a china in bianco e nero e rappresentano un pezzo di storia dell'arte italiana e internazionale. Di proprietà di Davide Campari - Milano S.p.A sono veri e propri pezzi da collezione, raramente apparsi in pubblico... C
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...