Vitaldo Conte: Pulsional Gender Art (Avanguardia 21) from CHair MAGAZINE

 

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su Vitaldo Conte, PULSIONAL GENDER ART (Avanguardia 21)
 
è uscito in merito (Vitaldo Conte alias Vitaldix a Catania) un testo su CHair Magazine:

 

Vitaldo Conte alias Vitaldix.

Il “bello” di andare oltre noi stessi.

Written by chairmagazine on 25 novembre 2011 
 
Vitaldo Conte

di Simona Di Bella
Foto di Marzia PaladinoFoto1

 
La maschera è una variabile che rende possibile la ricerca di una o più identità. La maschera dà forma all’opacità e superficie alla profondità. Questo concetto assume svariate forme, che attraversano l’arte e i suoi canali. “Il trucco e la trasformazione nell’arte trovano il culmine espressivo nel travestitismo e nell’artificio come maschera simbolica, non solo nei percorsi dell’arte corporale ma anche in altre poetiche”. Sono le parole di Vitaldo Conte, critico d’arte, artista e docente di storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Catania, he vive tra Roma e Catania. Nel suo nuovo libro PULSIONAL GENDER ART, utilizza la maschera come una metafora dalle connotazioni mutanti. Il mascheramento, il trucco, che sia di scena o un make-up quotidiano, è un cerimoniale nel quale siamo immersi costantemente, senza neppure riuscire a percepire la differenza tra la rappresentazione di noi stessi e la realtà. Esiste una nuova dimensione che lega il trucco, l’acconciatura, il beauty a dei nuovi linguaggi d’arte contemporanea e design, definita Body Beauty Art che comprende: Hair Art, Nail Art con micro-pitture-sculture, Make Up Art, Body e Face Painting. Il corpo diventa una superficie da arricchire, da decorare, da attraversare, fino allo sconfinamento, al piercing, al taglio, alla ferita, al bondage. “L’Hair Art trasforma i capelli, strumento di segnalazione culturale e personale, attraverso molteplici possibilità: il colore, l’extension smisurato, i tagli e le acconciature che possono divenire corporeità scultorea. Queste espressioni sono messe in scena non solo nella performance d’arte, ma anche e soprattutto nella moda, dove vengono esibite in passerella acconciature scultoree, spesso accompagnate dal make up del volto, miranti a trasformare la modella in una “essenza” oltre l’umano”.
Per Vitaldo Conte il corpo è stato ed è anche oggi, protagonista assoluto, soggetto e oggetto dell’espressione artistica, attraversandolo ed esibendolo come opera. Vi è la volontà di provocare, di scuotere le convinzioni in fatto di arte e non solo. Dalla body art in poi, ogni movimento o azione che esercita l’artista sul corpo assume un significato particolare, rituale. Anche nelle opere di Vitaldo Conte il corpo perde la sua identità per cercarne altre nel mondo del reale o dell’immaginato. Oltrepassando l’ostacolo anatomico per andare oltre, il corpo diventa uno strumento col quale penetrare l’inconscio, le barriere culturali, sociali, e farlo vibrare in direzione delle nostre vere pulsioni. Non ci sono più corpi naturali; tessuti e organi si riparano e si ricostruiscono secondo i desideri e le necessità. L’elemento trasgressivo oggi è divenuto ormai un motore di tutta l’industria culturale, per cui un uomo contemporaneo rischia di smarrire la propria fisionomia nel gioco di rimandi d’ immagini in un labirinto di specchi. Si apre la strada così al corpo simulato della realtà virtuale. È come se ci fosse bisogno di una realtà senza il pregiudizio del corpo. Il termine trans è generalmente utilizzato in maniera riduttiva, indicando un orientamento sessuale, tralasciando l’essenza del suo significato: attraversare, andare oltre, al di là. In questo caso l’andare oltre, significa superare i limiti imposti e sperimentare, attraverso l’artificio, la propria libertà come evoluzione del sé: un travestitismo che sfocia nel travestimento, ben lungi dall’essere una semplice manifestazione di una particolare tendenza sessuale. E le modalità attraverso cui avviene ciò, devono essere libere, legate anche al piacere, alla scelta personale.
Nel rispetto della propria libertà, si possono fare scelte più estreme, utilizzando il proprio corpo, facendosi attraversare da trasformazioni, “metamorfosi”, facendo diventare il corpo un libro su cui scrivere e attraverso il quale raccontare se stessi e le proprie fantasie, utilizzando trucchi, tatuaggi, piercing, protesi, abiti particolari e travestimenti. Gli abiti e gli accessori in latex, PVC, pelle, metallo, usati per certe pratiche un po’ estreme, consentono una grande libertà di espressione e versatilità. Sono gli abiti stessi che chiedono di essere interpretati; è come calarsi nei panni di un attore e interpretare ciò che si vuole, essere chiunque o nessuno in particolare. Questo sconfinamento verso l’”oltre” ha fatto sì che, da Vitaldo Conte, si generasse un misterioso personaggio: Vitaldix, quasi un alter ego, fuori dalle regole, che vive in assenza di convenzioni, ma è candidamente sedotto da tutto ciò che è extreme. Questo suo vagabondare lo conduce alla scoperta del mondo della notte e dell’arti-ficiale, come la luce che illumina il buio; come un barbaro contaminatore, s’insinua. Vitaldix è un performer, ha già superato i limiti, in occasione del centenario del futurismo, si è lanciato da un aereo, stringendo tra i denti una rosa rossa, rimasta intatta. La rosa è un archetipo contenente molteplici simboli rituali: l’innamoramento, il dono, il desiderio, la breve durata della bellezza come della vita stessa. L’emblema di una sensualità elegante e passionale, come il tango. Vitaldix si è introdotto nella casa-galleria di Vitaldo Conte, luogo mistico, nel centro storico di Catania; avvolto dal mistero ereditato dalle personalità multiple che l’hanno attraversato. Chiodav è una di queste, come Lucrezia Dono, T&Rose, Violette-Rose: anime fluttuanti, che possono incarnarsi in chiunque desideri aprire questo varco senza tempo. Il segreto, il mistero, il desiderio: la maschera.